sabato 4 luglio 2015 |
La sua fantastica realtà
Questa storia l'ho scritta personalmente e pubblicata
su questo blog nell'Ottobre del 2011. Oggi, ho deciso di voler
continuare e dare una svolta a questa storia. Ho dovuto cambiare
titolo alla mia opera ( Il principe povero - oggi - ), poichè
molto simile o meglio dire, uguale, al famoso libro scritto da
Mark Twain. Quando l'ho scritta non ci credevo neanche io che
sarei riuscito a scriverla.
Da oggi si chiamerà:
" LA SUA FANTASTICA REALTA' "
L'incontro: C'era una volta un principe che lavorava sempre a capo basso. Gli piaceva fare di tutto, dal fabbro al falegname, dallo scultore allo scrittore e lo sapeva fare anche bene; solo una cosa non amava fare: comandare. Non esprimeva mai i suoi sentimenti, continuava solo a lavorare, lavorare, lavorare. Aveva fatto dei bellissimi oggetti da vendere all'interno del suo regno ed era riuscito ad estendere i suoi confini oltre l'orizzonte. Un giorno, mentre il tran tran quotidiano rendeva piena la sua vita, si presentò, all'interno del suo regno, una splendida donna. - Ah com'è bella! - Ah che bei capelli! - Ah che begli occhi! - esclamò il principe. Presto però si accorse che la bellissima creatura che gli si era presentata davanti aveva già accanto un uomo. Il tempo passò e il principe si dedicò moltissimo a trovare il modo di incontrare quella bellissima creatura...e successe; si incontrarono nella strada del lavoro. Una chiacchiera tira l'altra e il principe, vedendo di continuo la fanciulla sola, decise di farsi avanti, ma, essendo povero di parole cercò di corteggiarla con metodi assai infantili. Si cominciò dal film già visto poi i risultati del lavoro...nulla...nulla che attirasse la sua attenzione. L'uomo allora riprese il suo fagottino e si diresse verso il suo lavoro. Da quel giorno però il lavoro era diverso, le cose che lo circondavano erano diverse. Il principe, per la prima volta, si era innamorato. Ogni mattina, lungo la strada per andare al lavorare, il principe incontrava la sua amata ma, essendo "povero" di parole, si prodigava a pensare a cosa dire alla fanciulla nel caso l'avesse rincontrata, sperando sempre che il successivo mattino lei fosse stata presente e ancor di più sperava di trovar le parole giuste per conquistarla. Il tempo passò: giorni, mesi, anni e il povero principe rimase sempre più solo e questa solitudine gli permise di ascoltare e trovare qualcosa che ancora lui non credeva di avere forse perché troppo materialista, il cuore. Questa scoperta lo rivoluzionò al punto di cambiargli tutte le abitudini; Il principe fece nuove amicizie senza mai dimenticare la sua principessa dai lunghi boccoli d'oro. Il lavoro non andava per il meglio. Il principe non riusciva più ad essere creativo; i suoi scritti cominciarono ad essere peggiori, le sue sculture più fragili. Cresceva il malumore nel regno che cominciò piano piano a non volerlo più come principe. Non poteva credere alle sue orecchie - Ah io mandato via dal mio regno? No, mai - disse il principe! Il mormorio delle persone era diventato sempre più insistente, ma lui non mollava. Il principe dovette cambiare radicalmente vita passando un grigio periodo. Un giorno, l'uomo, lungo la strada bianca che lo portava al lavoro, incontrò un povero gattino ferito. Sanguinava da una zampa. - Chissà cosa gli è successo ? - si domandò. Quel giorno il principe non lavorò e portò alla sua reggia l'animale ferito. Per la strada del ritorno, conobbe un uomo che lo aiutò a medicare e risistemare il gattino. L'uomo si rivelò un buon assistente del principe e, piano piano, raccontandogli la storia della sua vita, lo fece tornare a sperare e a credere a quella vita che per il principe ormai era finita. Il principe tornò a scrivere le sue poesie e i suoi racconti, ricominciò a fare il falegname e, come per magia, era ritornato il vecchio artista di un tempo. - Finalmente - esclamarono gli abitanti del suo regno! - Evviva - la felicità era tornata. Ma lui non aveva dimenticato tutto il suo passato. La sua amata, la donna dagli occhi cristallini e dai lunghi capelli dorati - Ah come vorrei che fossero uniti a me e al mio cuore che impazzisce solo a vederla - pensava il principe. Acciderbolina il principe si stava riconquistando la fiducia di tutto il suo regno e, sempre più sicuro di sé, si diresse verso la parte di regno dove poteva vedere la sua amata. Come in una previsione, come in un'intuizione, il principe, credette che proprio quel giorno l'avrebbe vista; proprio quella coincidenza l'avrebbe fatti ritrovare. E così fu. Al principe, vedendo la sua amata, gli passarono mille pensieri per la mente e non riuscì a dirle nulla all'infuori che le solite domande di routine. Il principe finalmente aveva trovato il luogo adatto da dove ricominciare quella vita che da tanti lunghi anni aveva lasciato! Cominciò a frequentare quella parte di regno, anche se disturbato dal fatto di fare molta strada, ma la sua amata valeva molto di più. In quel luogo conobbe molte damigelle, e tanti servitori del regno, ma sentendosi "povero" il principe serviva con loro, senza mai far notare la sua superiorità. Il tempo passava e di cose si succedettero; Il principe, incontrò e conobbe numerose personalità: dagli scrittori agli scultori, dagli studiosi ai più odiosi; ognuno con qualche particolarità speciale. Cominciava a balenare nella mente del principe, un pensiero ripetitivo - Dovrà succedere qualcosa che mi dovrà mettere in contatto con la mia amata – ma, in quel periodo, fu solo un volante pensiero, il principe aveva altro per la mente; la donna dei suoi sogni la voleva incontrare e parlarle faccia a faccia – Eh, magari ci scappasse anche un bacio - ripeteva il principe che, ogni volta che i suoi pensieri cadevano sulla sua amata, pensava - Mi basta che mi sfiori gli occhi con il tuo sguardo per accendere in me un subbuglio di emozioni difficile da contenere -. Ma, ancora, non era riuscito a rivederla. Un giorno però, diversi scrittori scomparvero, lasciando un grande vuoto all'interno del regno. Al principe, allora, gli ribalenò quel ripetitivo pensiero - dovrà succedere qualcosa...per un contatto continuo con la mia amata...mah forse sarà proprio questo -. Il principe l'aveva previsto che, proprio una notizia rimbalzata, l'avrebbe messo in contatto continuo con la donna dagli occhi cristallini. E così fu. Proprio come aveva previsto. Il suo cuore ricominciava a credere a quell'amore vero che il principe coltivava da anni. Il contatto era iniziato. Il principe decise allora di farsi avanti proprio con le poesie che da sempre le aveva dedicato. Cominciò a comunicare con lei e ben presto gli spedì un messaggio con una sua poesia: Le nuvole in cammino, vanno verso il mattino, la luna splende sulle tenebre, il sole sorge dalle colline di Venere, il tuo sorriso mi basta per farmi passare una spettacolare vacanza. - Bellissima - esclamò lei molto felice. Il principe stava facendo breccia nel cuore della donna dei suoi sogni. Si risentirono spesso, ma gli impegni del suo regno riportarono il principe alla realtà. L'inverno stava arrivando, tutte le persone del regno che osservavano il cielo, potettero dire al principe che, quello che stava arrivando, era il più terribile degli inverni che i loro antenati avessero ricordato. Subito gli venne l'ispirazione di scrivere un pezzo per la sua amata, e glielo spedì: In mezzo a questo cupo tempo tu sei il mio raggio di sole che filtra tra le nuvole di questo mezz'autunno; e, ancora più ispirato dalla notizia degli osservatori del cielo: Il caldo raggio di sole che filtra dalla finestra, è come il tuo sorriso all'inizio di questo gelido inverno. Un'assaggio di inverno si fece sentire ben presto. Mentre il principe si stava spostando per spedire una lettera al regno adiacente al suo, cominciò a scendere dal cielo un'insistente pioggia. La carrozza trainata dai cavalli si fermò. Un terribile temporale si stava avvicinando. Un fulmine, un tuono, e i cavalli riuscirono a liberarsi, scappando nella campagna intorno. Il principe rimase fermo, solo, e siccome si stava avvicinando la sera, pure infreddolito. Dopo tanto pensare, si decise a tornare alla sua corte a piedi - Mi inzupperò come una spugna - esclamò. Ma non potette far altro che tornare al suo regno. - Gli osservatori del cielo avevano ragione in pieno - pensò il principe - Quello che si sta avvicinando sarà il più terribile degli inverni -. Il principe, non vedendo i confini del suo regno dalla sua reggia, decise di dividerlo in due parti dove, da una parte restava lui e dall'altra decise di far governare un uomo che forse lo avrebbe fatto avvicinare alla sua amata: suo fratello. Si, il fratello della sua amata. Il principe, prima di prendere questa decisione, rimase molto in conflitto con se stesso. - Bhè, lei andrà nella parte di regno opposta alla mia – pensava, - ma suo fratello spero riesca ad essere un buon governante temporaneo del mio regno - continuava a pensare. - E vabbè, lo farò governante dell'altra metà del mio regno - decise. Dopo avergli spiegato quale era la situazione, il principe si diresse con il fratello della sua amata verso la parte di regno che avrebbe dovuto governare. Cominciò tutto a gonfie vele, il principe era molto soddisfatto. L'inverno intanto era sempre più vicino. Vento, pioggia, grandine. Ogni giorno era quasi il finimondo. Cominciò ad arrivare alle orecchie del principe che, il suo diretto "fidato", stava governando in modo diverso il regno che gli aveva affidato, ed il principe andò su tutte le furie - Lo caccierò - urlò. Il fratello della sua amata l'aveva tradito e stava prendendo sempre più potere e consensi delle persone. Il principe si recò allora a discutere con il suo attuale peggior nemico e gli animi si accesero - Ti caccierò - urlava il principe - Le persone del mio regno mi vogliono - ripeteva il fratello della sua amata - Vedremo - chiuse la discussione il principe. Il principe, anche contro la sua volontà, dovette ordinare agli abitanti del suo regno di armarsi, per combattere in quel brutto inverno, una terribile battaglia. Passò un mese preciso e ormai il principe era pronto per scendere in guerra - Lo sconfiggerò e mi riprenderò ciò che mi ha rubato -. La guerra delle pietre bianche. Il principe, affidò l'incarico di portare la dichiarazione di guerra alla metà opposta del suo regno, ad uno dei suoi fidati scrittori. L'aspra guerra cominciò. Si affrontarono migliaia di soldati. Morti, guerra, distruzione. Ciò che il principe era riuscito a fare per il suo regno, era quasi scomparso. L'inverno intanto si stava facendo sempre più rigido. Il principe, stava difendendo il suo regno, ma pensava anche a dare "bandiera bianca", per difendere e non far morire la sua amata. Passarono due mesi esatti, l'inverno era sempre più pungente. La maggior parte dei soldati, morirono di freddo e sete. Il principe, girando nel suo regno, non vedeva altro che morti, morti, morti. Pensava - Ormai questo scempio è finito! - Non finì di pensare che venne sfiorato da una grande pietra. Chi era che stava attentando alla vita del principe? Il principe rispose alla sassaiola, ma soprattutto voleva vedere chi c'era di là. Dopo mezza giornata di sassaiola il principe si accorse che di là c'era la sua amata. - No!devo gettare la spugna, se no morirà -. Il principe decise di dare bandiera bianca. In battaglia erano rimasti solo loro due. Il principe gettò bandiera bianca e decise subito che la sua amata aveva vinto. - Dividerò il mio regno e la metà che avevo affidato a tuo fratello sarà definitivamente tua. Amministralo al meglio, porta i tuoi confini oltre l'orizzonte, come son riuscito a fare io -. La sua amata gli disse - Io sono una donna come potrei amministrare tutto questo regno? - Il principe le rispose - Credi in te stessa e vedrai che riuscirai a percorrere tanta strada -. Al principe gli rimaneva un'ultima cosa da fare prima che la sua amata ripartisse: farsi avanti. Così le disse - Aspetta -. L'inverno intanto si stava facendo sempre più pungente. Era caduto uno spesso manto di neve. Ricominciò a nevicare. Il principe allora si avvicinò alla sua amata le prese una mano e le disse - Il tuo candido sguardo che vede queste montagne innevate, vorrei che si riappacificasse ai miei occhi, che diventano lucidi al solo pensiero di perderti -. Dopodichè la strinse a se e le disse - Sei la cosa più bella che la vita mi ha regalato. Mi son innamorato di te. Ti amo -. Il principe e la sua amata si lasciarono andare ad un appassionato bacio. La neve continuava a cadere; Il principe e la sua amata, davanti ad un grande albero, si giurarono eterno amore e, come sigillo, appesero un guanto del principe e l'elmetto dell'amata, in segno di forza e mente per amministrare al meglio tutto il regno riunito. Il principe stava ricostruendo e riunendo il suo regno...a pochi chilometri dalla sua reggia c'era un laghetto incantato popolato da migliaia di pesciolini rossi... La bimba e il pesciolino rosso. In un mondo sotterraneo, dove il sole non si faceva mai vedere, c'era una bimba, figlia di due contadini. Il mondo dove abitavano, era magico. Gli animali e le persone potevano parlare ed interagire tra loro. Un giorno, la bimba, disse ai genitori che desiderava comprarsi un'animale, ma, ahimè, a causa della scarsa possibilità economica della famiglia, non poteva realizzare il suo sogno. La bambina sognava di fare equitazione e di comprarsi un bel cavallo. - Quando sarò grande vorrò avere una montagna di soldi per comprarmi tutti i cavalli del mondo - diceva. La famiglia, purtroppo, non poteva permettersi di comprare neanche l'animale che con pochi denari poteva esser comprato. Un giorno, la bimba, girovagando per strada, in uno stagno sporco e maleodorante, vide un pesciolino rosso. - Ciao bimba - disse il pesciolino - Io provengo da un mondo bellissimo dove per metà giornata una palla riscaldava la nostra acqua e per metà giornata spariva. Un mondo bellissimo. Caldo, affettuoso e con molti amici -. La bambina lo guardò senza pronunciar parola. - Che fai non mi dici nulla? guarda che esiste veramente. Non è molto lontano da qua. Un giorno ci andremo insieme -. La bimba lo guardò e gli rispose - Ma tu devi stare perennemente in acqua ed io non posso portarti a casa mia. Moriresti di fame -. Il pesciolino allora gli rispose - Non ti preoccupare per me, trova una bacinella e riempila di acqua limpida; mi farai il pesciolino più felice del pianeta -. La bimba, allora, prese una grande bacinella, andò alla sorgente, e la riempì con della freschissima acqua pulita. In pochi minuti riuscì a ritornare allo stagno e cominciò a guardarsi intorno poichè il pesciolino non si faceva più vedere. Lo chiamò sempre più forte, ma niente. Quasi sconsolata riprese la bacinella e, mentre stava per andarsene, zac il pesciolino, con un guizzo dallo stagno, entrò dritto nella bacinella. - Credevi fossi sparito? - gli disse il pesciolino rosso. La bimba non rispose. Lungo la strada verso casa, il pesciolino e la bimba, fecero conoscenza. Il pesciolino gli descrisse il mondo dove un tempo stava, la bimba allora gli rispose - Ma perchè sei quà ed io ti ho trovato in questo stagno così puzzolente? -. Il pesciolino gli rispose - Devi sapere che tra questo mondo e il mondo dove abitavo io c'è un piccolo varco e un giorno, avvicinandomi troppo da quelle parti, son stato risucchiato in quello stagno così puzzolente -. La bimba gli rispose - Dovrò riportarti nel tuo mondo. - Morirai - disse il pesciolino. I due fecero ben presto amicizia. Ogni giorno, la bimba, accompagnava il pesciolino allo stagno per farlo mangiare, ed ogni giorno il pesciolino le era riconoscente ritornando sempre nella bacinella. Un giorno, però, l'acqua faceva come delle bolle e la bimba si spaventò. Il pesciolino non si rivedeva. La bimba con la sua bacinella, si mise a sedere sul ciglio dello stagno a piangere. Passarono due giorni e due notti. Il terzo giorno, sul finir della sera, le bolle rallentarono, la bimba vide spuntare il pesciolino dall'acqua con un vetro attaccato alle branchie. La bimba si buttò immediatamente nello stagno a raccogliere il pesciolino, lui con un filo di voce le disse - Prendi questo, ti realizzerai -. Il pesciolino era sempre più debole, la bimba lo mise nella bacinella e si avviò verso casa. Lungo la strada, la bimba, controllava il suo pesciolino, e anche quello strano vetro che gli aveva portato. Ad un certo punto, incontrò un uomo, che voleva rubargli quello strano vetro, ma ricordando le parole del pesciolino, la bimba fuggì di corsa. Il pesciolino si stava riprendendo, piano piano tornò a star bene - Ormai che ti sei rimesso e stai bene mi devi spiegare cos'è quello strano vetro luccicante e perchè me l'hai portato? - disse al pesciolino. - Ah! la pietra luccicante! Quella pietra ha un'immenso valore sia nel mio mondo che nel tuo - disse il pesciolino. - Ma io sono piccola, ed ora ho un'amico che sei tu, la mia passione per l'equitazione è passata. Lo donerò ai miei genitori in modo che possano vivere meglio -. - No! - le rispose il pesciolino - I grandi quando hanno i soldi perdono ogni tipo di valore e vogliono sempre e solo comandare. Vorresti che i tuoi genitori diventassero così?Vorresti che alla sera i tuoi genitori non ti donino il loro amore al tuo ritorno a casa? -. La bimba lo guardò con aria di circostanza. - Allora faremo una cosa, quando andremo nel mio mondo ce lo porteremo dietro per cominciare a vivere - disse il pesciolino. Ma come fare a collegare i due mondi?Era difficile per la bimba respirare sott'acqua, per il pesciolino era difficile ugualmente respirare fuori dall'acqua, se non nella bacinella che la bimba le aveva trovato. Passeggiando per una strada di bosco, che li riportava a casa, incontrarono diversi animali, tutti si stupivano per quello strano comportamento della bimba. Sì, nel loro mondo, i pesciolini, non stavano nelle bacinelle. I due continuarono ed andarono verso la casa della bimba. Quando si trovarono sui pressi dell'abitazione, trovarono un cartello - Guarda - disse il pesciolino alla bimba - Un uomo pesce. Proprio quello che servirebbe diventare a me - gli rispose la bimba. - Ma come facciamo?Mah! - continuò la bimba. Il tempo passava, alla bimba rimase molto impresso quello strano cartello. La bimba era sempre più grande e, un giorno, mentre tutto il suo mondo le girava intorno, incontrò un cavallo e gli parlò di quello strano cartello che in passato aveva visto. - Ma è un uomo con una muta da sub - gli disse il cavallo. - Ma no, era un uomo-pesce - rispose la bimba. - Devi sapere che gli uomini non possono respirare sott'acqua, come il tuo pesciolino non può respirare fuori dall'acqua. Quando l'uomo ha bisogno di andare sott'acqua, deve indossare uno speciale vestito che gli permette di respirare sott'acqua - terminò il cavallo. La bimba, il cavallo e il pesciolino si salutarono e i due tornarono verso casa. - Ecco - disse la bimba - Useremo la pietra luccicante per trasformarmi in donna pesce -. - Una buonissima idea - rispose il pesciolino rosso. Dovremmo però tagliare la pietra perchè è troppo grande - disse il pesciolino. - Ci penserò io - disse la bimba. La bimba, grazie all'aiuto del padre, riuscì a tagliare quella bellissima pietra ed al momento che fu divisa chiese al pesciolino rosso - Ma ora chi andrà comprare il vestito speciale per me? -. Il pesciolino ci pensò un pò su e poi esclamò - Torneremo dal cavallo nel bosco, gli daremo la pietra e diremo a lui di farci questo piacere -. I due si recarono nel bosco, trovarono il cavallo, gli chiesero il piacere che volevano, ed il cavallo corse a prendere lo speciale indumento. Gli disse prima di partire - Dopodomani ci troviamo qua alla stessa ora nello stesso posto -. La bimba ed il pesce rimasero in ansiosa attesa. Il giorno arrivò, i tre si trovarono nel bosco ed il cavallo oltre alla tuta speciale ridonò alla bimba ed al pesciolino anche la pietra. - E questa? - disse la bimba - Non l'hanno voluta? - continuò. Il cavallo le disse - Codesta pietra è molto rara, all'artigiano che mi ha fatto la tuta speciale gli è bastata solo una scheggia. Se guardi sotto la pietra manca un frammento; quello è stato il prezzo -. Il pesciolino e la bimba insieme gli risposero - Il resto è tuo -. Il cavallo allora disse - Io non voglio nulla. L'unica cosa che ci potremmo fare è qualcosa per tutto il nostro mondo. Tipo costruire o inventare qualcosa per tutti noi e usare la pietra per acquistare gli oggetti che serviranno -. Ovviamente nessuno dei tre aveva grandi idee. Il pesciolino allora esclamò - Faremo un concorso nel vostro mondo. Chiunque potrà partecipare, a patto che venga presentata un'invenzione. Tutti gli oggetti per costruire le invenzioni saranno gratuiti e li pagheremo con la nostra pietra -. Ci fu il concorso, vennero costruiti migliaia di oggetti, da turbine eoliche , idriche ecc. a speciali pannelli alimentati dall'energia dell'etere. Ognuno presentò la propria invenzione. Ci fu un vincitore. Il tuttofare del paese vinse. Proprio lui che aveva inventato i pannelli alimentati dall'energia dell'etere. Ancora una volta, era rimasta una parte di pietra e si decise di farci pannelli alimentati dall'energia dell'etere, per il fabbisogno di tutto il loro mondo. Vedi? - disse il pesciolino - La pietra ha immenso valore e pensa che nel mio mondo vale molto di più -. Con tutto il frastuono del concorso, la bimba, aveva quasi dimenticato il suo compito: quello di riportare il pesciolino nel suo mondo. Tornati a casa, la bimba, rivide lo speciale vestito e gli tornò tutto a mente. - Domani lo indosserò e finalmente potrò diventare donna-pesce - disse la bimba. L'indomani, la bimba, indossò la speciale tuta e, finalmente partirono verso il mondo del pesciolino rosso, senza dimenticare la metà della pietra luccicante. Il nuovo mondo. I due partirono. Nel percorso, trovarono diversi ostacoli. Il primo fra tutti, fu passare dal varco dei due mondi. Infatti, l'acqua, viaggiava solo verso una direzione. Il pesciolino non riusciva ad andare contro quella forte corrente, così la bimba lo racchiuse in una piccola tasca rigida esterna alla sua muta, per oltrepassare il varco. La bimba, dopo un'immane sforzo, riuscì ad oltrepassare il varco e si trovò davanti un’azzurra acqua bellissima. Raggiunta la superficie, la bimba, si trovò in un bellissimo luogo pieno di piantine con odori formidabili. La bimba uscì dall'acqua ed andò subito a cercare una bacinella per il suo amato pesciolino. Non dovette fare troppa strada, dopo pochi passi trovò una brocca, la riempì di acqua e tornò a recuperare il pesciolino rosso. La bimba e il pesciolino rosso, si trovarono all'interno di un grandissimo regno. Il pesciolino disse alla bimba - Andiamo verso la reggia -. Lungo il cammino, trovarono molte persone intente a costruire case, rimettere a posto sculture e piantare nuovi fiori. Cammina cammina la bimba e il pesciolino rosso non riuscivano a trovare la reggia. Il mondo era diverso rispetto a come l'aveva lasciato il pesciolino. Chiesero ad un'uomo - Ma la reggia dov'è? - - Andate dritto su questa strada bianca e troverete la dimora del principe povero -. - Ma perchè principe povero? - chiese la bimba. - Andate e vedrete - disse l'uomo. Il pesciolino allora domandò - Ma che è successo?Il mondo è profondamente cambiato rispetto allo scorso anno -. L'uomo allora rispose - Questo inverno c'è stata un'aspra battaglia, ma ora la normalità è tornata -. Il principe stava ancora lavorando e dopo aver giurato eterno amore alla sua amata, stava riunendo e ricostruendo il suo regno e tutto ciò che era stato distrutto. Incominciò a ristrutturare le sue opere d'arte e a ridonare lo splendore di un tempo al suo regno con una grande differenza: aveva a fianco la sua amata. I giardini tornarono a splendere, immense distese di fiori ornavano le strade del regno. Tulipani, rose, ciclamini, l'odore di questi fiori si poteva sentire a chilometri di distanza. Finalmente, la bimba e il pesciolino rosso, trovarono la reggia e in lontananza videro un uomo intento a raccogliere foglie. Il pesciolino rosso disse alla bimba – E’ quello il principe povero - - Davvero? - rispose la bimba. - Non avei mai immaginato di vedere un principe che raccoglieva foglie. Nelle favole che la mamma mi raccontava quando ero bambina i principi comandavano e basta senza muovere neanche un dito -. - Fra un pò vedrai - disse il pesciolino rosso. Dopo pochi passi, raggiunsero il principe povero, la bimba con un tono timido gli disse - Buongiorno - - Ah, buongiorno piccolina. Da dove vieni? - disse il principe. - Eh! è un pò complicato da spiegare, comunque anch’io faccio parte del tuo regno. Il pesciolino rosso mi ha condotto da te - disse la bimba. - Ah, un pesce che parla? - disse il principe povero. - Si - rispose la bimba. – Vabbè, vieni dai, ti troverò una stanza per te e per il tuo pesciolino, perchè, immagino, se siete arrivati fin qua, verrete dai confini lontani del mio regno - disse il principe povero. Il principe povero, fece sistemare la bimba e il pesciolino rosso in una grande camera e tornò al proprio lavoro. Passò qualche tempo ed intanto era giunta la primavera, le piante che erano rimaste cominciarono a verzecolare di verde. Uno splendore di regno. - La normalità è tornata - esclamò il fabbro. Tutto andava per il meglio e al principe cominciò a balenargli un'idea. Il matrimonio. Forse era ancora troppo presto. I pochi mesi che aveva passato con la sua amata non potevano consolidare il loro rapporto. C'era ancora bisogno di tempo. Il principe povero, aveva fatto sistemare la bimba e il pesciolino rosso fuori dalla corte, in una capanna appositamente fatta per chi veniva da fuori. Chi era all'interno del regno, non veniva molto a contatto con gli "stranieri". Un giorno, la donna dai capelli dorati, vide da lontano la bimba e il pesciolino rosso, si avvicinò e le chiese - E tu che fai qua tutta sola? -. La bimba le rispose - Son qua con il mio pesciolino rosso e il principe povero ci ha fatto sistemare qua, come tutte le persone che vengono da fuori del regno -. La donna allora gli rispose - Vieni con me, da oggi sarai la principessina della nostra corte -. - Grazie - gli rispose la bimba. La bimba, si sistemò dentro la reggia insieme al pesciolino rosso, ben presto il principe povero e la donna dai capelli dorati la presero come una figlia. Ogni mattina, il principe povero e la sua amata, facevano tutto insieme e si aiutavano l'uno con l'altra. Mentre il principe ripuliva uno degli ultimi terreni, trovò a terra un amuleto. In guerra qualcuno l'aveva perso. Lo prese. Finì il suo lavoro e se ne tornò alla reggia. Ritornato, fece vedere l'amuleto trovato alla sua amata e improvvisamente lei cadde in uno stato di fragilità assoluta. Era qualcosa che le apparteneva. Era qualcosa della sua famiglia. Suo fratello era morto proprio là. L'amuleto in questione, era formato da oggetti che tutti i discendenti della famiglia avevano messo. - Se davvero è così importante, lo metterò al tuo collo - esclamò il principe. Lei però gli rispose - Aspetta, secondo la nostra tradizione prima di indossarlo bisogna aggiungerci qualcosa di nostro. Qualcosa che abbia un particolare valore per tutti e due ora che siamo fidanzati -. Il principe, capì che anche la sua amata ci teneva molto a lui e così ricominciò a pensare alla proposta di matrimonio da farle. - Metteremo una miniatura del nostro sigillo d'amore eterno - disse il principe. - Una strepitosa idea. Ciò che rappresenta il nostro regno e noi - disse la donna dagli ondulati capelli dorati. Il principe nominò due gare all'interno del regno. Una gara tra disegnatori, una gara tra fabbri. - Sarà scelto il miglior disegnatore e il miglior fabbro del regno per costruire una miniatura del nostro sigillo d'amore - disse il principe. Dopo una settimana esatta ci fu la gara, furono scelti i vincitori e proprio per quell'evento, quando tutti gli abitanti del regno erano presenti, il principe si fece avanti con la proposta di matrimonio. Dedicò alla sua amata una delle sue ultime poesie - Sento il mare, sento le stelle, sento la poesia che mi scorre sulla pelle, sento gli odori, sento i sapori, sento pian piano che ti muovi, sento i passi, sento i ricordi, sento che vorrei fossimo noi due a formare la nostra famiglia, se vorrai donarmi una delle tue dita -. La donna dai capelli dorati, stupita, chiede al principe povero - Che vuoi dire? - - Che ti vorrei sposare. Vuoi diventar mia moglie? - disse il principe povero. La donna dai capelli dorati gli disse - Certo - e si lasciarono andare ad un bacio appassionato, mentre i partecipanti alla festa cominciarono a gioire come bambini contenti del lieto evento. Dopo la grande festa, il principe, disse agli abitanti del suo regno di aver preso nella sua reggia la bimba insieme al suo fidato pesciolino rosso. Tutti gli abitanti del regno erano entusiasti; una bimba all'interno del regno, per insegnarle e tramandarle tutto il loro sapere. La festa durò tutta la notte fra canti, balli e risate generali. Ben presto, gli abitanti del regno, si fecero avanti, ognuno aveva un argomento diverso da insegnare alla bimba. Lo scultore le insegnò i trucchi per fare statue più resistenti, lo scrittore le insegnò a sfruttare la fantasia, ma nessuno aveva pensato a insegnarle a scrivere e leggere. La bimba per ricordarsi le cose utilizzava i segni del suo mondo, però, nel nuovo mondo, non li capiva nessuno. La bimba scriveva i suoi appunti con i suoi segni e, l'unica cosa che i due mondi avevano in comune, erano i numeri. Ben presto, essa, si appassionò ai numeri. - Che cosa buffa, ogni multiplo di 2 è sempre un numero pari, però ci sono anche dei numeri dispari più particolari i cui divisori non riesco trovarli - diceva la bimba. Pensando e chiedendo in giro, la bimba, trovò un appassionato di numeri come lei, che le risolse in pochi secondi il suo interrogativo - Ma quelli sono numeri primi. I numeri primi sono quei numeri divisibili per se stessi e per l'unità, cioè 1 -. La bimba rimase a bocca aperta e decise di studiare a fondo i particolari di questi numeri. Il matematico le disse - Prova a cercare i numeri primi gemelli. Sono quei numeri primi che distano solo due cifre dal primo precedente -. La bimba si mise subito a lavoro, ma essendo vicini all'anniversario di fidanzamento dei suoi due nuovi genitori, doveva aiutare il principe povero e la donna dai capelli dorati a preparare una grande festa. - Al lavoro - disse il principe povero. Tutto il regno si mise a lavorare per rendere prima la reggia del principe povero, poi tutto il regno, al massimo splendore per il lieto evento. Tutto era pronto, quando all'improvviso, il pesciolino sentì qualcosa che si stava avvicinando dallo stagno. Avvertì tutti e tutti gli abitanti del regno si ritrovarono in riva allo stagno. Spuntò dall'acqua un uomo con la muta da sub. La bimba, era rimasta indietro, a qualche decina di minuti di strada dallo stagno. La festa venne rimandata, l'uomo venne refucillato. Portava con se un messaggio composto da strani segni che solo una persona poteva decifrare: la bimba. Gli abitanti, riconobbero che lo strano messaggio dell'uomo era formato da segni e numeri molto simili a quelli che scriveva la bimba. Ci fu subito grande stupore; Un'altra civiltà che viveva sotto i loro piedi? Tutti furono presi dalla paura e l'uomo cominciò ad essere visto come nemico. Stava per cominciare una grande rissa, quando la bimba arrivò e con un grande urlo zittì tutti. - Lui è l'uomo che mi ha permesso di arrivare fin qui - disse la bimba. La bimba andò verso l'uomo, i due si riconobbero, l'uomo abbracciò la bimba e si lasciò andare ad un pianto liberatorio. L’uomo con la muta, pose il messaggio nelle mani della bimba; il mondo di origine della bimba era in pericolo. Il messaggio diceva: Lava ed eruzioni stanno mettendo a dura prova tutta la popolazione. Aiuto. La bimba lesse il messaggio ad alta voce. La sua voce poteva rimbombare in tutto il regno. Quando finì di leggere il messaggio, la bimba, chiese all'uomo - Ma come hai fatto a trovare il varco? - - I tuoi genitori sono tanto in pensiero per te. L'ultima persona che ti ha visto ha detto che eri in riva allo stagno, poi le voci corrono. Il cavallo mi ha raccontato tutto, così sono venuto a chiedere aiuto a voi altrimenti noi moriremo tutti - disse l'uomo. Il principe povero, mise in moto tutti i maggiori inventori, per riuscire a fare un condotto tra i due regni. Venne deciso di praticare un buco più largo nel condotto tra i due regni ed immergere un tubo tipo ascensore. Tutto il regno si mise a lavoro. I sub andarono a posizionare delle cariche per allargare il varco, mentre il fabbro, i disegnatori con l'aiuto degli scultori, progettarono e realizzarono il tubo-ascensore. Nel giro di pochi giorni tutto era pronto. Il varco fu allargato, l'ascensore fu messo e furono portati in salvo tutti gli abitanti. Il principe povero fece sistemare tutti gli abitanti del regno della bimba in un luogo adiacente alla sua reggia. Ovviamente, i due mondi, avevano modi di fare molto diversi. Il principe povero si adoperò per sistemare la situazione nel nuovo regno. Andò in visita laggiù, scoprì un mondo tutto nuovo con molte cose che neanche lui conosceva. Tornato alla reggia, il principe, voleva parlare con il principe del nuovo regno, ma ahimè non lo trovò. Il nuovo mondo, non aveva un principe, ma era formato da persone che non avevano bisogno di farsi guerre, uccidersi, rubare ecc. Tutti si aiutavano tra loro. Il principe povero si diresse verso l'uomo che per primo era arrivato nel suo mondo perchè voleva capire come fossero riusciti a scoprire tutti quegli oggetti. L'uomo, gli spiegò che loro non facevano guerre, non erano invidiosi ecc. ma erano una società basata sulla scienza e sulla tecnologia. - Fino a poco tempo fa eravamo messi peggio, perchè eravamo molto più poveri, poi da quando il vostro pesciolino è arrivato è cambiato profondamente tutto - disse l'uomo. - Potremmo tenerci in contatto per scambiarci idee e cultura - disse il principe povero. - Ok. Va bene - disse l'uomo. Intanto tutto si era sistemato. Gli abitanti del regno della bimba tornarono nelle loro terre e cominciò un timido scambio tra le due culture, che avrebbe portato certamente un significativo miglioramento in entrambi i regni. Intanto, distratto dalle nuove vicende, era passata la data di anniversario di fidanzamento, così il principe povero e la donna dai capelli dorati decisero di fissare direttamente la data del matrimonio. - Lo faremo nel nuovo mondo con la loro tecnica – disse il principe povero. - Ma quando? - Disse la donna dai capelli dorati. - Io lo farei nella stagione calda perciò fra una decina di lune - rispose il principe povero. Dopo pochi istanti arrivò la bimba e rivolgendosi ai suoi due nuovi genitori disse - Ho sentito che vi volete sposare! Che bello! Ma cosa vuol dire che vi sposate tra una decina di lune? -. Il principe povero gli rispose - Vedi piccola, lassù in cielo c'è una palla grande che si fa vedere di notte e, a cicli regolari, scompare e ricompare. Prova anche te a contare. Quando la luna avrà completato per 10 volte il suo ciclo allora, proprio allora, arriverà il grande giorno. Nell'attesa delle dieci lune, la bimba ritrovò gli appunti matematici e si mise a studiare i numeri primi gemelli. Ad un certo punto esclamò - n meno 3 diviso 3, facciamo delle prove -. Dopo diverse prove, la bimba si accorse che i risultati erano interessanti e con quest'ultima formula ogni risultato veniva messo in un particolare modo. Erano passate intanto cinque lune. - Considerando le cifre dal 10 al 20 avrò 5 numeri dispari e la matematica vuole che i primi gemelli siano una coppia di numeri dispari e primi; nei 5 in oggetto avrò sempre 2 coppie di dispari ed una cifra sarà sempre intrusa, i moltiplicatori di 5 - disse la bimba e continuò - Se prendo i numeri dispari vale il crivello di Eratostene -. Dopo queste novità, la bimba euforica, andò subito a parlare con l'esperto matematico che gli disse - Una strepitosa scoperta! Complimenti! Ma cerca di approfondire di più le tue scoperte. Hai talento da vendere -. Erano passate intanto 7 lune. La data si stava avvicinando, il principe povero aveva già organizzato tutto il suo regno e il nuovo regno dove si doveva tenere la cerimonia, dove poteva coronare il suo sogno di sempre. Passarono anche le ultime 3 lune. Il giorno del matrimonio, si stava avvicinando sempre di più. Il principe povero e la donna dai capelli dorati erano ancora completamente all'oscuro di come si doveva svolgere la cerimonia. - Sarà comunque un giorno stupendo - diceva sempre la donna dai capelli dorati. Il giorno arrivò. Attraverso l'ascensore, i due scesero nel nuovo regno in attesa della cerimonia. Arrivati al punto di ritrovo, non videro nessuno. - Si son scordati! eeeeiiii c'è nessuno?oggi noi ci dovremmo sposare - cominciò a dire la donna dai capelli dorati. - Si son scordati davvero - esclamò il principe povero. Rimasero a lungo li, parlarono, scherzarono e si divertirono come mai erano riusciti a fare. Sul fare della sera il principe e la donna dai capelli dorati videro arrivare tutti in silenzio. Si avvicinarono ed uno esclamò - Nella nostra tradizione non facciamo cerimone ecc. lasciamo soli gli sposi in modo che possano cercare la sintonia per la nuova strada che devono prendere per affrontare la nuova vita di coppia. Voi siete una delle migliori coppie che si sono sposate nel nostro regno -. Il principe povero, dopo questo discorso, si avvicinò alla sua amata e si lasciò andare ad un bacio appassionato. Oramai il suo sogno si era avverato.
La sua fantastica realtà
2015-07-04T18:29:00-07:00
Stefano
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