sabato 24 dicembre 2011

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Tanti auguri di Buon Natale

Per chi sogna, per chi immagina la poesia del Natale e la vive come da piccoli, per chi è cresciutello ed è rimasto sempre un pò bambino per chi è cresciuto nel più bel pianeta dell'universo, Tanti sinceri auguri di Buon Natale e di buone feste da Il poeta sognatore
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domenica 18 dicembre 2011

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La 'ndranghta a Siena

Causa problemi di salute in famiglia, in questi giorni passati, mi trovavo all'ospedale Santa Maria Alle Scotte di Siena e mi sono imbattuto in un volantino che mi ha dato da pensare. La prima cosa che ho notato sono i bolli del comune di siena e poi la firma Ghino Di Tacco. Essendo ignorante in materia son andato a leggere la storia di Ghino, ho visto subito che era un ragazzo rivoluzionario che denunciava i misfatti che si svolgevano in Toscana in tempi antichi. Prima pensavo ad uno scherzo poi mi son reso conto che, purtroppo, è tutto vero. Il volantino, di cui trovate una copia anche sotto, non è stato scritto da me neppure io sono collegato con nessuna cellula all'interno della quale fa parte il protagonista che ha scritto il volantino( ci tenevo a precisarlo per evitare problemi con la giustizia; ovviamente i nomi non saranno fatti ma ci saranno solo le iniziali per chi vuole una copia del volantino basta chiedere): ecco il volantino: LA 'NDRANGHTA A SIENA E' in atto a Siena una vera e propria associazione a delinquere che vede coinvolti insieme ad esponenti della 'ndranghta, noti imprenditori dell'edilizia del calibro di P.F. e A.P. insieme a politici e funzionari tecnici del comune di Siena, del genio civile e della U.S.L. oltre che funzionari di alcuni fra i più importanti istituti bancari. Iniziative imprenditoriali quali i due edifici polifunzionali in corso di costruzione in Viale Toselli e Viale Sardegna, l'ex Ospedale Sclavo trasformato in insediamento residenziale, il complesso residenziale di Porta Pispini, sono finanziati con danari provenienti da attività criminose. Non solo. Questi cantieri sono stati utilizzati, durante le fasi di sbancamento per le fondazioni, per l'interramento di rilevanti quantitativi di sostanze altamente tossiche provenienti da altri siti come l'amianto che, dopo essere stato triturato, è stato mischiato agli inerti con cui sono state realizzate le opere di fondazione. Il fenomeno si stà allargando a macchia d'olio, anche perchè sono le stesse banche tramite funzionari corrotti a vendere alla 'ndranghta i nominativi di imprenditori con forte contenzioso ma con importanti iniziative imprenditoriali in portafoglio. In tal modo vengono riciclati ingenti capitali e nello stesso tempo le banche possono rientrare di esposizioni a rischio. Anche molti terreni del nuovo piano strutturale di Siena passati edificabili, sono frutto di un collaudato sistema di corruzione che vede numerosi funzionari pubblici sul libro paga di imprenditori senza scrupoli. Data la posta in gioco è opportuno che la magistratura affronti la questione con la più assoluta determinazione, scevra dai tentativi di condizionamento che senza dubbio non mancheranno anche ai massimi livelli. Ad oggi, nonostante a suo tempo siano stati allertati sia gli organi di polizia, sia la magistratura, tutto tace, nel rispetto della tradizione MASSONICA di Siena. E' tornato (GHINO DI TACCO)
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lunedì 28 novembre 2011

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Nuova congettura sui numeri primi

Vista la mia passione per i numeri primi, ho tralasciato il mio blog perchè sono stato impegnato a dimostrare una banale formula per generare tutti i numeri primi. Ma questa è un'altra storia. Nei giorni scorsi sono riuscito ad inventare una nuova formula che funziona in moltissimi casi, e sbaglia solamente in 44 casi su 199. Non è un risultato brillantissimo ma posso dire che funziona all'inizio per 39 casi, poi via via, andando avanti con le somme, qualche errore viene fuori. Ovviamente questo è solo l'inizio di un nuovo studio, ma ho voluto rendere pubblico questo mio procedimento per trovare i numeri primi. La congettura che ho trovato comincia col sommare al numero primo 41 il numero primo 2 che mi genera il numero primo 43 a 43 poi gli aggiungo 4 e trovo 47 anch'esso primo, poi al risultato gli aggiungo 8 e poi, ad ogni risultato gli aggiungo, 10 poi 12 e così via. Sono arrivato a dimostrare che, nei primi 40000 numeri cardinali, funziona 155 volte su 199. Oltre non sono andato anche perchè per i miei studi, sono alla vecchia maniera, carta penna e cervello, senza uso di nuove tecnologie. Prima o poi, se vorrò fare dimostrazioni più accurate dovrò fare un intensivo studio di programmazione per riuscire a mettere in atto tutte le mie intuizioni. Ma veniamo alla dimostrazione più intuitiva: partendo da: 41+2=43 43+4=47 47+6=53 53+8=61 61+10=71 71+12=83 83+14=97 e così via fino a che il secondo addendo equivale ad 80 li comincia a zoppicare la congettura, a funzionare un pò meno, così come per 82,88,98,112 ecc. Calcolare una stima in percentuale, per ora, non è possibile ma posso sicuramente affermare che vale sicuramente per più del 50% dei casi, con un 10% più o meno di errore. A chiunque interessi approfondire questa mia formula ne sarei molto grato, e ne sarei ancora più grato se condividessi con me i risultati ottenuti. Che dire?A tutti gli appassionati di numeri primi come me, buon lavoro!
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giovedì 27 ottobre 2011

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Il principe povero - oggi -

L'incontro: C'era una volta un principe che lavorava sempre a capo basso. Gli piaceva fare di tutto, dal fabbro al falegname, dallo scultore allo scrittore e lo sapeva fare anche bene; solo una cosa non amava fare: comandare. Non esprimeva mai i suoi sentimenti, continuava solo a lavorare, lavorare, lavorare. Aveva fatto dei bellissimi oggetti da vendere all'interno del suo regno ed era riuscito ad estendere i suoi confini oltre l'orizzonte. Un giorno, mentre il tran tran quotidiano rendeva piena la sua vita, si presentò, all'interno del suo regno, una splendida donna. - Ah com'è bella! - Ah che bei capelli! - Ah che begli occhi! - esclamò il principe. Presto però si accorse che la bellissima creatura che gli si era presentata davanti aveva già accanto un uomo. Il tempo passò e il principe si dedicò moltissimo a trovare il modo di incontrare quella bellissima creatura...e successe; si incontrarono nella strada del lavoro. Una chiacchiera tira l'altra e il principe, vedendo di continuo la fanciulla sola, decise di farsi avanti, ma, essendo povero di parole cercò di corteggiarla con metodi assai infantili. Si cominciò dal film già visto poi i risultati del lavoro...nulla...nulla che attirasse la sua attenzione. L'uomo allora riprese il suo fagottino e si diresse verso il suo lavoro. Da quel giorno però il lavoro era diverso, le cose che lo circondavano erano diverse. Il principe, per la prima volta, si era innamorato. Ogni mattina, lungo la strada per andare al lavorare, il principe incontrava la sua amata ma, essendo "povero" di parole, si prodigava a pensare a cosa dire alla fanciulla nel caso l'avesse rincontrata, sperando sempre che il successivo mattino lei fosse stata presente e ancor di più sperava di trovar le parole giuste per conquistarla. Il tempo passò: giorni, mesi, anni e il povero principe rimase sempre più solo e questa solitudine gli permise di ascoltare e trovare qualcosa che ancora lui non credeva di avere forse perché troppo materialista, il cuore. Questa scoperta lo rivoluzionò al punto di cambiargli tutte le abitudini; Il principe fece nuove amicizie senza mai dimenticare la sua principessa dai lunghi boccoli d'oro. Il lavoro non andava per il meglio. Il principe non riusciva più ad essere creativo; i suoi scritti cominciarono ad essere peggiori, le sue sculture più fragili. Cresceva il malumore nel regno che cominciò piano piano a non volerlo più come principe. Non poteva credere alle sue orecchie - Ah io mandato via dal mio regno? No, mai - disse il principe! Il mormorio delle persone era diventato sempre più insistente, ma lui non mollava. Il principe dovette cambiare radicalmente vita passando un grigio periodo. Un giorno, l'uomo, lungo la strada bianca che lo portava al lavoro, incontrò un povero gattino ferito. Sanguinava da una zampa. - Chissà cosa gli è successo ? - si domandò. Quel giorno il principe non lavorò e portò alla sua reggia l'animale ferito. Per la strada del ritorno, conobbe un uomo che lo aiutò a medicare e risistemare il gattino. L'uomo si rivelò un buon assistente del principe e, piano piano, raccontandogli la storia della sua vita, lo fece tornare a sperare e a credere a quella vita che per il principe ormai era finita. Il principe tornò a scrivere le sue poesie e i suoi racconti, ricominciò a fare il falegname e, come per magia, era ritornato il vecchio artista di un tempo. - Finalmente - esclamarono gli abitanti del suo regno! - Evviva - la felicità era tornata. Ma lui non aveva dimenticato tutto il suo passato. La sua amata, la donna dagli occhi cristallini e dai lunghi capelli dorati - Ah come vorrei che fossero uniti a me e al mio cuore che impazzisce solo a vederla - pensava il principe. Acciderbolina il principe si stava riconquistando la fiducia di tutto il suo regno e, sempre più sicuro di sé, si diresse verso la parte di regno dove poteva vedere la sua amata. Come in una previsione, come in un'intuizione, il principe, credette che proprio quel giorno l'avrebbe vista; proprio quella coincidenza l'avrebbe fatti ritrovare. E così fu. Al principe, vedendo la sua amata, gli passarono mille pensieri per la mente e non riuscì a dirle nulla all'infuori che le solite domande di routine. Il principe finalmente aveva trovato il luogo adatto da dove ricominciare quella vita che da tanti lunghi anni aveva lasciato! Cominciò a frequentare quella parte di regno, anche se disturbato dal fatto di fare molta strada, ma la sua amata valeva molto di più. In quel luogo conobbe molte damigelle, e tanti servitori del regno, ma sentendosi "povero" il principe serviva con loro, senza mai far notare la sua superiorità. Il tempo passava e di cose si succedettero; Il principe, incontrò e conobbe numerose personalità: dagli scrittori agli scultori, dagli studiosi ai più odiosi; ognuno con qualche particolarità speciale. Cominciava a balenare nella mente del principe, un pensiero ripetitivo - Dovrà succedere qualcosa che mi dovrà mettere in contatto con la mia amata – ma, in quel periodo, fu solo un volante pensiero, il principe aveva altro per la mente; la donna dei suoi sogni la voleva incontrare e parlarle faccia a faccia – Eh, magari ci scappasse anche un bacio - ripeteva il principe che, ogni volta che i suoi pensieri cadevano sulla sua amata, pensava - Mi basta che mi sfiori gli occhi con il tuo sguardo per accendere in me un subbuglio di emozioni difficile da contenere -. Ma, ancora, non era riuscito a rivederla. Un giorno però, diversi scrittori scomparvero, lasciando un grande vuoto all'interno del regno. Al principe, allora, gli ribalenò quel ripetitivo pensiero - dovrà succedere qualcosa...per un contatto continuo con la mia amata...mah forse sarà proprio questo -. Il principe l'aveva previsto che, proprio una notizia rimbalzata, l'avrebbe messo in contatto continuo con la donna dagli occhi cristallini. E così fu. Proprio come aveva previsto. Il suo cuore ricominciava a credere a quell'amore vero che il principe coltivava da anni. Il contatto era iniziato. Il principe decise allora di farsi avanti proprio con le poesie che da sempre le aveva dedicato. Cominciò a comunicare con lei e ben presto gli spedì un messaggio con una sua poesia: Le nuvole in cammino, vanno verso il mattino, la luna splende sulle tenebre, il sole sorge dalle colline di Venere, il tuo sorriso mi basta per farmi passare una spettacolare vacanza. - Bellissima - esclamò lei molto felice. Il principe stava facendo breccia nel cuore della donna dei suoi sogni. Si risentirono spesso, ma gli impegni del suo regno riportarono il principe alla realtà. L'inverno stava arrivando, tutte le persone del regno che osservavano il cielo, potettero dire al principe che, quello che stava arrivando, era il più terribile degli inverni che i loro antenati avessero ricordato. Subito gli venne l'ispirazione di scrivere un pezzo per la sua amata, e glielo spedì: In mezzo a questo cupo tempo tu sei il mio raggio di sole che filtra tra le nuvole di questo mezz'autunno; e, ancora più ispirato dalla notizia degli osservatori del cielo: Il caldo raggio di sole che filtra dalla finestra, è come il tuo sorriso all'inizio di questo gelido inverno. Un'assaggio di inverno si fece sentire ben presto. Mentre il principe si stava spostando per spedire una lettera al regno adiacente al suo, cominciò a scendere dal cielo un'insistente pioggia. La carrozza trainata dai cavalli si fermò. Un terribile temporale si stava avvicinando. Un fulmine, un tuono, e i cavalli riuscirono a liberarsi, scappando nella campagna intorno. Il principe rimase fermo, solo, e siccome si stava avvicinando la sera, pure infreddolito. Dopo tanto pensare, si decise a tornare alla sua corte a piedi - Mi inzupperò come una spugna - esclamò. Ma non potette far altro che tornare al suo regno. - Gli osservatori del cielo avevano ragione in pieno - pensò il principe - Quello che si sta avvicinando sarà il più terribile degli inverni -. Il principe, non vedendo i confini del suo regno dalla sua reggia, decise di dividerlo in due parti dove, da una parte restava lui e dall'altra decise di far governare un uomo che forse lo avrebbe fatto avvicinare alla sua amata: suo fratello. Si, il fratello della sua amata. Il principe, prima di prendere questa decisione, rimase molto in conflitto con se stesso. - Bhè, lei andrà nella parte di regno opposta alla mia – pensava, - ma suo fratello spero riesca ad essere un buon governante temporaneo del mio regno - continuava a pensare. - E vabbè, lo farò governante dell'altra metà del mio regno - decise. Dopo avergli spiegato quale era la situazione, il principe si diresse con il fratello della sua amata verso la parte di regno che avrebbe dovuto governare. Cominciò tutto a gonfie vele, il principe era molto soddisfatto. L'inverno intanto era sempre più vicino. Vento, pioggia, grandine. Ogni giorno era quasi il finimondo. Cominciò ad arrivare alle orecchie del principe che, il suo diretto "fidato", stava governando in modo diverso il regno che gli aveva affidato, ed il principe andò su tutte le furie - Lo caccierò - urlò. Il fratello della sua amata l'aveva tradito e stava prendendo sempre più potere e consensi delle persone. Il principe si recò allora a discutere con il suo attuale peggior nemico e gli animi si accesero - Ti caccierò - urlava il principe - Le persone del mio regno mi vogliono - ripeteva il fratello della sua amata - Vedremo - chiuse la discussione il principe. Il principe, anche contro la sua volontà, dovette ordinare agli abitanti del suo regno di armarsi, per combattere in quel brutto inverno, una terribile battaglia. Passò un mese preciso e ormai il principe era pronto per scendere in guerra - Lo sconfiggerò e mi riprenderò ciò che mi ha rubato -. La guerra delle pietre bianche. Il principe, affidò l'incarico di portare la dichiarazione di guerra alla metà opposta del suo regno, ad uno dei suoi fidati scrittori. L'aspra guerra cominciò. Si affrontarono migliaia di soldati. Morti, guerra, distruzione. Ciò che il principe era riuscito a fare per il suo regno, era quasi scomparso. L'inverno intanto si stava facendo sempre più rigido. Il principe, stava difendendo il suo regno, ma pensava anche a dare "bandiera bianca", per difendere e non far morire la sua amata. Passarono due mesi esatti, l'inverno era sempre più pungente. La maggior parte dei soldati, morirono di freddo e sete. Il principe, girando nel suo regno, non vedeva altro che morti, morti, morti. Pensava - Ormai questo scempio è finito! - Non finì di pensare che venne sfiorato da una grande pietra. Chi era che stava attentando alla vita del principe? Il principe rispose alla sassaiola, ma soprattutto voleva vedere chi c'era di là. Dopo mezza giornata di sassaiola il principe si accorse che di là c'era la sua amata. - No!devo gettare la spugna, se no morirà -. Il principe decise di dare bandiera bianca. In battaglia erano rimasti solo loro due. Il principe gettò bandiera bianca e decise subito che la sua amata aveva vinto. - Dividerò il mio regno e la metà che avevo affidato a tuo fratello sarà definitivamente tua. Amministralo al meglio, porta i tuoi confini oltre l'orizzonte, come son riuscito a fare io -. La sua amata gli disse - Io sono una donna come potrei amministrare tutto questo regno? - Il principe le rispose - Credi in te stessa e vedrai che riuscirai a percorrere tanta strada -. Al principe gli rimaneva un'ultima cosa da fare prima che la sua amata ripartisse: farsi avanti. Così le disse - Aspetta -. L'inverno intanto si stava facendo sempre più pungente. Era caduto uno spesso manto di neve. Ricominciò a nevicare. Il principe allora si avvicinò alla sua amata le prese una mano e le disse - Il tuo candido sguardo che vede queste montagne innevate, vorrei che si riappacificasse ai miei occhi, che diventano lucidi al solo pensiero di perderti -. Dopodichè la strinse a se e le disse - Sei la cosa più bella che la vita mi ha regalato. Mi son innamorato di te. Ti amo -. Il principe e la sua amata si lasciarono andare ad un appassionato bacio. La neve continuava a cadere; Il principe e la sua amata, davanti ad un grande albero, si giurarono eterno amore e, come sigillo, appesero un guanto del principe e l'elmetto dell'amata, in segno di forza e mente per amministrare al meglio tutto il regno riunito. Il principe stava ricostruendo e riunendo il suo regno...a pochi chilometri dalla sua reggia c'era un laghetto incantato popolato da migliaia di pesciolini rossi... La bimba e il pesciolino rosso. In un mondo sotterraneo, dove il sole non si faceva mai vedere, c'era una bimba, figlia di due contadini. Il mondo dove abitavano, era magico. Gli animali e le persone potevano parlare ed interagire tra loro. Un giorno, la bimba, disse ai genitori che desiderava comprarsi un'animale, ma, ahimè, a causa della scarsa possibilità economica della famiglia, non poteva realizzare il suo sogno. La bambina sognava di fare equitazione e di comprarsi un bel cavallo. - Quando sarò grande vorrò avere una montagna di soldi per comprarmi tutti i cavalli del mondo - diceva. La famiglia, purtroppo, non poteva permettersi di comprare neanche l'animale che con pochi denari poteva esser comprato. Un giorno, la bimba, girovagando per strada, in uno stagno sporco e maleodorante, vide un pesciolino rosso. - Ciao bimba - disse il pesciolino - Io provengo da un mondo bellissimo dove per metà giornata una palla riscaldava la nostra acqua e per metà giornata spariva. Un mondo bellissimo. Caldo, affettuoso e con molti amici -. La bambina lo guardò senza pronunciar parola. - Che fai non mi dici nulla? guarda che esiste veramente. Non è molto lontano da qua. Un giorno ci andremo insieme -. La bimba lo guardò e gli rispose - Ma tu devi stare perennemente in acqua ed io non posso portarti a casa mia. Moriresti di fame -. Il pesciolino allora gli rispose - Non ti preoccupare per me, trova una bacinella e riempila di acqua limpida; mi farai il pesciolino più felice del pianeta -. La bimba, allora, prese una grande bacinella, andò alla sorgente, e la riempì con della freschissima acqua pulita. In pochi minuti riuscì a ritornare allo stagno e cominciò a guardarsi intorno poichè il pesciolino non si faceva più vedere. Lo chiamò sempre più forte, ma niente. Quasi sconsolata riprese la bacinella e, mentre stava per andarsene, zac il pesciolino, con un guizzo dallo stagno, entrò dritto nella bacinella. - Credevi fossi sparito? - gli disse il pesciolino rosso. La bimba non rispose. Lungo la strada verso casa, il pesciolino e la bimba, fecero conoscenza. Il pesciolino gli descrisse il mondo dove un tempo stava, la bimba allora gli rispose - Ma perchè sei quà ed io ti ho trovato in questo stagno così puzzolente? -. Il pesciolino gli rispose - Devi sapere che tra questo mondo e il mondo dove abitavo io c'è un piccolo varco e un giorno, avvicinandomi troppo da quelle parti, son stato risucchiato in quello stagno così puzzolente -. La bimba gli rispose - Dovrò riportarti nel tuo mondo. - Morirai - disse il pesciolino. I due fecero ben presto amicizia. Ogni giorno, la bimba, accompagnava il pesciolino allo stagno per farlo mangiare, ed ogni giorno il pesciolino le era riconoscente ritornando sempre nella bacinella. Un giorno, però, l'acqua faceva come delle bolle e la bimba si spaventò. Il pesciolino non si rivedeva. La bimba con la sua bacinella, si mise a sedere sul ciglio dello stagno a piangere. Passarono due giorni e due notti. Il terzo giorno, sul finir della sera, le bolle rallentarono, la bimba vide spuntare il pesciolino dall'acqua con un vetro attaccato alle branchie. La bimba si buttò immediatamente nello stagno a raccogliere il pesciolino, lui con un filo di voce le disse - Prendi questo, ti realizzerai -. Il pesciolino era sempre più debole, la bimba lo mise nella bacinella e si avviò verso casa. Lungo la strada, la bimba, controllava il suo pesciolino, e anche quello strano vetro che gli aveva portato. Ad un certo punto, incontrò un uomo, che voleva rubargli quello strano vetro, ma ricordando le parole del pesciolino, la bimba fuggì di corsa. Il pesciolino si stava riprendendo, piano piano tornò a star bene - Ormai che ti sei rimesso e stai bene mi devi spiegare cos'è quello strano vetro luccicante e perchè me l'hai portato? - disse al pesciolino. - Ah! la pietra luccicante! Quella pietra ha un'immenso valore sia nel mio mondo che nel tuo - disse il pesciolino. - Ma io sono piccola, ed ora ho un'amico che sei tu, la mia passione per l'equitazione è passata. Lo donerò ai miei genitori in modo che possano vivere meglio -. - No! - le rispose il pesciolino - I grandi quando hanno i soldi perdono ogni tipo di valore e vogliono sempre e solo comandare. Vorresti che i tuoi genitori diventassero così?Vorresti che alla sera i tuoi genitori non ti donino il loro amore al tuo ritorno a casa? -. La bimba lo guardò con aria di circostanza. - Allora faremo una cosa, quando andremo nel mio mondo ce lo porteremo dietro per cominciare a vivere - disse il pesciolino. Ma come fare a collegare i due mondi?Era difficile per la bimba respirare sott'acqua, per il pesciolino era difficile ugualmente respirare fuori dall'acqua, se non nella bacinella che la bimba le aveva trovato. Passeggiando per una strada di bosco, che li riportava a casa, incontrarono diversi animali, tutti si stupivano per quello strano comportamento della bimba. Sì, nel loro mondo, i pesciolini, non stavano nelle bacinelle. I due continuarono ed andarono verso la casa della bimba. Quando si trovarono sui pressi dell'abitazione, trovarono un cartello - Guarda - disse il pesciolino alla bimba - Un uomo pesce. Proprio quello che servirebbe diventare a me - gli rispose la bimba. - Ma come facciamo?Mah! - continuò la bimba. Il tempo passava, alla bimba rimase molto impresso quello strano cartello. La bimba era sempre più grande e, un giorno, mentre tutto il suo mondo le girava intorno, incontrò un cavallo e gli parlò di quello strano cartello che in passato aveva visto. - Ma è un uomo con una muta da sub - gli disse il cavallo. - Ma no, era un uomo-pesce - rispose la bimba. - Devi sapere che gli uomini non possono respirare sott'acqua, come il tuo pesciolino non può respirare fuori dall'acqua. Quando l'uomo ha bisogno di andare sott'acqua, deve indossare uno speciale vestito che gli permette di respirare sott'acqua - terminò il cavallo. La bimba, il cavallo e il pesciolino si salutarono e i due tornarono verso casa. - Ecco - disse la bimba - Useremo la pietra luccicante per trasformarmi in donna pesce -. - Una buonissima idea - rispose il pesciolino rosso. Dovremmo però tagliare la pietra perchè è troppo grande - disse il pesciolino. - Ci penserò io - disse la bimba. La bimba, grazie all'aiuto del padre, riuscì a tagliare quella bellissima pietra ed al momento che fu divisa chiese al pesciolino rosso - Ma ora chi andrà comprare il vestito speciale per me? -. Il pesciolino ci pensò un pò su e poi esclamò - Torneremo dal cavallo nel bosco, gli daremo la pietra e diremo a lui di farci questo piacere -. I due si recarono nel bosco, trovarono il cavallo, gli chiesero il piacere che volevano, ed il cavallo corse a prendere lo speciale indumento. Gli disse prima di partire - Dopodomani ci troviamo qua alla stessa ora nello stesso posto -. La bimba ed il pesce rimasero in ansiosa attesa. Il giorno arrivò, i tre si trovarono nel bosco ed il cavallo oltre alla tuta speciale ridonò alla bimba ed al pesciolino anche la pietra. - E questa? - disse la bimba - Non l'hanno voluta? - continuò. Il cavallo le disse - Codesta pietra è molto rara, all'artigiano che mi ha fatto la tuta speciale gli è bastata solo una scheggia. Se guardi sotto la pietra manca un frammento; quello è stato il prezzo -. Il pesciolino e la bimba insieme gli risposero - Il resto è tuo -. Il cavallo allora disse - Io non voglio nulla. L'unica cosa che ci potremmo fare è qualcosa per tutto il nostro mondo. Tipo costruire o inventare qualcosa per tutti noi e usare la pietra per acquistare gli oggetti che serviranno -. Ovviamente nessuno dei tre aveva grandi idee. Il pesciolino allora esclamò - Faremo un concorso nel vostro mondo. Chiunque potrà partecipare, a patto che venga presentata un'invenzione. Tutti gli oggetti per costruire le invenzioni saranno gratuiti e li pagheremo con la nostra pietra -. Ci fu il concorso, vennero costruiti migliaia di oggetti, da turbine eoliche , idriche ecc. a speciali pannelli alimentati dall'energia dell'etere. Ognuno presentò la propria invenzione. Ci fu un vincitore. Il tuttofare del paese vinse. Proprio lui che aveva inventato i pannelli alimentati dall'energia dell'etere. Ancora una volta, era rimasta una parte di pietra e si decise di farci pannelli alimentati dall'energia dell'etere, per il fabbisogno di tutto il loro mondo. Vedi? - disse il pesciolino - La pietra ha immenso valore e pensa che nel mio mondo vale molto di più -. Con tutto il frastuono del concorso, la bimba, aveva quasi dimenticato il suo compito: quello di riportare il pesciolino nel suo mondo. Tornati a casa, la bimba, rivide lo speciale vestito e gli tornò tutto a mente. - Domani lo indosserò e finalmente potrò diventare donna-pesce - disse la bimba. L'indomani, la bimba, indossò la speciale tuta e, finalmente partirono verso il mondo del pesciolino rosso, senza dimenticare la metà della pietra luccicante. Il nuovo mondo. I due partirono. Nel percorso, trovarono diversi ostacoli. Il primo fra tutti, fu passare dal varco dei due mondi. Infatti, l'acqua, viaggiava solo verso una direzione. Il pesciolino non riusciva ad andare contro quella forte corrente, così la bimba lo racchiuse in una piccola tasca rigida esterna alla sua muta, per oltrepassare il varco. La bimba, dopo un'immane sforzo, riuscì ad oltrepassare il varco e si trovò davanti un’azzurra acqua bellissima. Raggiunta la superficie, la bimba, si trovò in un bellissimo luogo pieno di piantine con odori formidabili. La bimba uscì dall'acqua ed andò subito a cercare una bacinella per il suo amato pesciolino. Non dovette fare troppa strada, dopo pochi passi trovò una brocca, la riempì di acqua e tornò a recuperare il pesciolino rosso. La bimba e il pesciolino rosso, si trovarono all'interno di un grandissimo regno. Il pesciolino disse alla bimba - Andiamo verso la reggia -. Lungo il cammino, trovarono molte persone intente a costruire case, rimettere a posto sculture e piantare nuovi fiori. Cammina cammina la bimba e il pesciolino rosso non riuscivano a trovare la reggia. Il mondo era diverso rispetto a come l'aveva lasciato il pesciolino. Chiesero ad un'uomo - Ma la reggia dov'è? - - Andate dritto su questa strada bianca e troverete la dimora del principe povero -. - Ma perchè principe povero? - chiese la bimba. - Andate e vedrete - disse l'uomo. Il pesciolino allora domandò - Ma che è successo?Il mondo è profondamente cambiato rispetto allo scorso anno -. L'uomo allora rispose - Questo inverno c'è stata un'aspra battaglia, ma ora la normalità è tornata -. Il principe stava ancora lavorando e dopo aver giurato eterno amore alla sua amata, stava riunendo e ricostruendo il suo regno e tutto ciò che era stato distrutto. Incominciò a ristrutturare le sue opere d'arte e a ridonare lo splendore di un tempo al suo regno con una grande differenza: aveva a fianco la sua amata. I giardini tornarono a splendere, immense distese di fiori ornavano le strade del regno. Tulipani, rose, ciclamini, l'odore di questi fiori si poteva sentire a chilometri di distanza. Finalmente, la bimba e il pesciolino rosso, trovarono la reggia e in lontananza videro un uomo intento a raccogliere foglie. Il pesciolino rosso disse alla bimba – E’ quello il principe povero - - Davvero? - rispose la bimba. - Non avei mai immaginato di vedere un principe che raccoglieva foglie. Nelle favole che la mamma mi raccontava quando ero bambina i principi comandavano e basta senza muovere neanche un dito -. - Fra un pò vedrai - disse il pesciolino rosso. Dopo pochi passi, raggiunsero il principe povero, la bimba con un tono timido gli disse - Buongiorno - - Ah, buongiorno piccolina. Da dove vieni? - disse il principe. - Eh! è un pò complicato da spiegare, comunque anch’io faccio parte del tuo regno. Il pesciolino rosso mi ha condotto da te - disse la bimba. - Ah, un pesce che parla? - disse il principe povero. - Si - rispose la bimba. – Vabbè, vieni dai, ti troverò una stanza per te e per il tuo pesciolino, perchè, immagino, se siete arrivati fin qua, verrete dai confini lontani del mio regno - disse il principe povero. Il principe povero, fece sistemare la bimba e il pesciolino rosso in una grande camera e tornò al proprio lavoro. Passò qualche tempo ed intanto era giunta la primavera, le piante che erano rimaste cominciarono a verzecolare di verde. Uno splendore di regno. - La normalità è tornata - esclamò il fabbro. Tutto andava per il meglio e al principe cominciò a balenargli un'idea. Il matrimonio. Forse era ancora troppo presto. I pochi mesi che aveva passato con la sua amata non potevano consolidare il loro rapporto. C'era ancora bisogno di tempo. Il principe povero, aveva fatto sistemare la bimba e il pesciolino rosso fuori dalla corte, in una capanna appositamente fatta per chi veniva da fuori. Chi era all'interno del regno, non veniva molto a contatto con gli "stranieri". Un giorno, la donna dai capelli dorati, vide da lontano la bimba e il pesciolino rosso, si avvicinò e le chiese - E tu che fai qua tutta sola? -. La bimba le rispose - Son qua con il mio pesciolino rosso e il principe povero ci ha fatto sistemare qua, come tutte le persone che vengono da fuori del regno -. La donna allora gli rispose - Vieni con me, da oggi sarai la principessina della nostra corte -. - Grazie - gli rispose la bimba. La bimba, si sistemò dentro la reggia insieme al pesciolino rosso, ben presto il principe povero e la donna dai capelli dorati la presero come una figlia. Ogni mattina, il principe povero e la sua amata, facevano tutto insieme e si aiutavano l'uno con l'altra. Mentre il principe ripuliva uno degli ultimi terreni, trovò a terra un amuleto. In guerra qualcuno l'aveva perso. Lo prese. Finì il suo lavoro e se ne tornò alla reggia. Ritornato, fece vedere l'amuleto trovato alla sua amata e improvvisamente lei cadde in uno stato di fragilità assoluta. Era qualcosa che le apparteneva. Era qualcosa della sua famiglia. Suo fratello era morto proprio là. L'amuleto in questione, era formato da oggetti che tutti i discendenti della famiglia avevano messo. - Se davvero è così importante, lo metterò al tuo collo - esclamò il principe. Lei però gli rispose - Aspetta, secondo la nostra tradizione prima di indossarlo bisogna aggiungerci qualcosa di nostro. Qualcosa che abbia un particolare valore per tutti e due ora che siamo fidanzati -. Il principe, capì che anche la sua amata ci teneva molto a lui e così ricominciò a pensare alla proposta di matrimonio da farle. - Metteremo una miniatura del nostro sigillo d'amore eterno - disse il principe. - Una strepitosa idea. Ciò che rappresenta il nostro regno e noi - disse la donna dagli ondulati capelli dorati. Il principe nominò due gare all'interno del regno. Una gara tra disegnatori, una gara tra fabbri. - Sarà scelto il miglior disegnatore e il miglior fabbro del regno per costruire una miniatura del nostro sigillo d'amore - disse il principe. Dopo una settimana esatta ci fu la gara, furono scelti i vincitori e proprio per quell'evento, quando tutti gli abitanti del regno erano presenti, il principe si fece avanti con la proposta di matrimonio. Dedicò alla sua amata una delle sue ultime poesie - Sento il mare, sento le stelle, sento la poesia che mi scorre sulla pelle, sento gli odori, sento i sapori, sento pian piano che ti muovi, sento i passi, sento i ricordi, sento che vorrei fossimo noi due a formare la nostra famiglia, se vorrai donarmi una delle tue dita -. La donna dai capelli dorati, stupita, chiede al principe povero - Che vuoi dire? - - Che ti vorrei sposare. Vuoi diventar mia moglie? - disse il principe povero. La donna dai capelli dorati gli disse - Certo - e si lasciarono andare ad un bacio appassionato, mentre i partecipanti alla festa cominciarono a gioire come bambini contenti del lieto evento. Dopo la grande festa, il principe, disse agli abitanti del suo regno di aver preso nella sua reggia la bimba insieme al suo fidato pesciolino rosso. Tutti gli abitanti del regno erano entusiasti; una bimba all'interno del regno, per insegnarle e tramandarle tutto il loro sapere. La festa durò tutta la notte fra canti, balli e risate generali. Ben presto, gli abitanti del regno, si fecero avanti, ognuno aveva un argomento diverso da insegnare alla bimba. Lo scultore le insegnò i trucchi per fare statue più resistenti, lo scrittore le insegnò a sfruttare la fantasia, ma nessuno aveva pensato a insegnarle a scrivere e leggere. La bimba per ricordarsi le cose utilizzava i segni del suo mondo, però, nel nuovo mondo, non li capiva nessuno. La bimba scriveva i suoi appunti con i suoi segni e, l'unica cosa che i due mondi avevano in comune, erano i numeri. Ben presto, essa, si appassionò ai numeri. - Che cosa buffa, ogni multiplo di 2 è sempre un numero pari, però ci sono anche dei numeri dispari più particolari i cui divisori non riesco trovarli - diceva la bimba. Pensando e chiedendo in giro, la bimba, trovò un appassionato di numeri come lei, che le risolse in pochi secondi il suo interrogativo - Ma quelli sono numeri primi. I numeri primi sono quei numeri divisibili per se stessi e per l'unità, cioè 1 -. La bimba rimase a bocca aperta e decise di studiare a fondo i particolari di questi numeri. Il matematico le disse - Prova a cercare i numeri primi gemelli. Sono quei numeri primi che distano solo due cifre dal primo precedente -. La bimba si mise subito a lavoro, ma essendo vicini all'anniversario di fidanzamento dei suoi due nuovi genitori, doveva aiutare il principe povero e la donna dai capelli dorati a preparare una grande festa. - Al lavoro - disse il principe povero. Tutto il regno si mise a lavorare per rendere prima la reggia del principe povero, poi tutto il regno, al massimo splendore per il lieto evento. Tutto era pronto, quando all'improvviso, il pesciolino sentì qualcosa che si stava avvicinando dallo stagno. Avvertì tutti e tutti gli abitanti del regno si ritrovarono in riva allo stagno. Spuntò dall'acqua un uomo con la muta da sub. La bimba, era rimasta indietro, a qualche decina di minuti di strada dallo stagno. La festa venne rimandata, l'uomo venne refucillato. Portava con se un messaggio composto da strani segni che solo una persona poteva decifrare: la bimba. Gli abitanti, riconobbero che lo strano messaggio dell'uomo era formato da segni e numeri molto simili a quelli che scriveva la bimba. Ci fu subito grande stupore; Un'altra civiltà che viveva sotto i loro piedi? Tutti furono presi dalla paura e l'uomo cominciò ad essere visto come nemico. Stava per cominciare una grande rissa, quando la bimba arrivò e con un grande urlo zittì tutti. - Lui è l'uomo che mi ha permesso di arrivare fin qui - disse la bimba. La bimba andò verso l'uomo, i due si riconobbero, l'uomo abbracciò la bimba e si lasciò andare ad un pianto liberatorio. L’uomo con la muta, pose il messaggio nelle mani della bimba; il mondo di origine della bimba era in pericolo. Il messaggio diceva: Lava ed eruzioni stanno mettendo a dura prova tutta la popolazione. Aiuto. La bimba lesse il messaggio ad alta voce. La sua voce poteva rimbombare in tutto il regno. Quando finì di leggere il messaggio, la bimba, chiese all'uomo - Ma come hai fatto a trovare il varco? - - I tuoi genitori sono tanto in pensiero per te. L'ultima persona che ti ha visto ha detto che eri in riva allo stagno, poi le voci corrono. Il cavallo mi ha raccontato tutto, così sono venuto a chiedere aiuto a voi altrimenti noi moriremo tutti - disse l'uomo. Il principe povero, mise in moto tutti i maggiori inventori, per riuscire a fare un condotto tra i due regni. Venne deciso di praticare un buco più largo nel condotto tra i due regni ed immergere un tubo tipo ascensore. Tutto il regno si mise a lavoro. I sub andarono a posizionare delle cariche per allargare il varco, mentre il fabbro, i disegnatori con l'aiuto degli scultori, progettarono e realizzarono il tubo-ascensore. Nel giro di pochi giorni tutto era pronto. Il varco fu allargato, l'ascensore fu messo e furono portati in salvo tutti gli abitanti. Il principe povero fece sistemare tutti gli abitanti del regno della bimba in un luogo adiacente alla sua reggia. Ovviamente, i due mondi, avevano modi di fare molto diversi. Il principe povero si adoperò per sistemare la situazione nel nuovo regno. Andò in visita laggiù, scoprì un mondo tutto nuovo con molte cose che neanche lui conosceva. Tornato alla reggia, il principe, voleva parlare con il principe del nuovo regno, ma ahimè non lo trovò. Il nuovo mondo, non aveva un principe, ma era formato da persone che non avevano bisogno di farsi guerre, uccidersi, rubare ecc. Tutti si aiutavano tra loro. Il principe povero si diresse verso l'uomo che per primo era arrivato nel suo mondo perchè voleva capire come fossero riusciti a scoprire tutti quegli oggetti. L'uomo, gli spiegò che loro non facevano guerre, non erano invidiosi ecc. ma erano una società basata sulla scienza e sulla tecnologia. - Fino a poco tempo fa eravamo messi peggio, perchè eravamo molto più poveri, poi da quando il vostro pesciolino è arrivato è cambiato profondamente tutto - disse l'uomo. - Potremmo tenerci in contatto per scambiarci idee e cultura - disse il principe povero. - Ok. Va bene - disse l'uomo. Intanto tutto si era sistemato. Gli abitanti del regno della bimba tornarono nelle loro terre e cominciò un timido scambio tra le due culture, che avrebbe portato certamente un significativo miglioramento in entrambi i regni. Intanto, distratto dalle nuove vicende, era passata la data di anniversario di fidanzamento, così il principe povero e la donna dai capelli dorati decisero di fissare direttamente la data del matrimonio. - Lo faremo nel nuovo mondo con la loro tecnica – disse il principe povero. - Ma quando? - Disse la donna dai capelli dorati. - Io lo farei nella stagione calda perciò fra una decina di lune - rispose il principe povero. Dopo pochi istanti arrivò la bimba e rivolgendosi ai suoi due nuovi genitori disse - Ho sentito che vi volete sposare! Che bello! Ma cosa vuol dire che vi sposate tra una decina di lune? -. Il principe povero gli rispose - Vedi piccola, lassù in cielo c'è una palla grande che si fa vedere di notte e, a cicli regolari, scompare e ricompare. Prova anche te a contare. Quando la luna avrà completato per 10 volte il suo ciclo allora, proprio allora, arriverà il grande giorno. Nell'attesa delle dieci lune, la bimba ritrovò gli appunti matematici e si mise a studiare i numeri primi gemelli. Ad un certo punto esclamò - n meno 3 diviso 3, facciamo delle prove -. Dopo diverse prove, la bimba si accorse che i risultati erano interessanti e con quest'ultima formula ogni risultato veniva messo in un particolare modo. Erano passate intanto cinque lune. - Considerando le cifre dal 10 al 20 avrò 5 numeri dispari e la matematica vuole che i primi gemelli siano una coppia di numeri dispari e primi; nei 5 in oggetto avrò sempre 2 coppie di dispari ed una cifra sarà sempre intrusa, i moltiplicatori di 5 - disse la bimba e continuò - Se prendo i numeri dispari vale il crivello di Eratostene -. Dopo queste novità, la bimba euforica, andò subito a parlare con l'esperto matematico che gli disse - Una strepitosa scoperta! Complimenti! Ma cerca di approfondire di più le tue scoperte. Hai talento da vendere -. Erano passate intanto 7 lune. La data si stava avvicinando, il principe povero aveva già organizzato tutto il suo regno e il nuovo regno dove si doveva tenere la cerimonia, dove poteva coronare il suo sogno di sempre. Passarono anche le ultime 3 lune. Il giorno del matrimonio, si stava avvicinando sempre di più. Il principe povero e la donna dai capelli dorati erano ancora completamente all'oscuro di come si doveva svolgere la cerimonia. - Sarà comunque un giorno stupendo - diceva sempre la donna dai capelli dorati. Il giorno arrivò. Attraverso l'ascensore, i due scesero nel nuovo regno in attesa della cerimonia. Arrivati al punto di ritrovo, non videro nessuno. - Si son scordati! eeeeiiii c'è nessuno?oggi noi ci dovremmo sposare - cominciò a dire la donna dai capelli dorati. - Si son scordati davvero - esclamò il principe povero. Rimasero a lungo li, parlarono, scherzarono e si divertirono come mai erano riusciti a fare. Sul fare della sera il principe e la donna dai capelli dorati videro arrivare tutti in silenzio. Si avvicinarono ed uno esclamò - Nella nostra tradizione non facciamo cerimone ecc. lasciamo soli gli sposi in modo che possano cercare la sintonia per la nuova strada che devono prendere per affrontare la nuova vita di coppia. Voi siete una delle migliori coppie che si sono sposate nel nostro regno -. Il principe povero, dopo questo discorso, si avvicinò alla sua amata e si lasciò andare ad un bacio appassionato. Oramai il suo sogno si era avverato.
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martedì 27 settembre 2011

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Un cervello...elettronico

Viene chiamato SyNapse il cervello elettronico creato nei laboratori della IBM in collaborazione con altre quattro famose università americane. Il chip, più piccolo di un'unghia riesce ad elaborare informazioni al pari di un cervello umano. E' stato proprio costruito ad immagine e somiglianza di un cervello umano. Dotato di nodi che elaborano informazioni, memorie che simulano le sinapsi del cervello umano, il chip neurale è in grado anche di superare la capacità di calcolo del nostro cervello. SyNapse si basa proprio sull'implementazione di algoritmi che servono a riprodurre la comunicazione tra i neuroni, attraverso le sinapsi. Esperimenti compiuti finora hanno dimostrato che SyNapse è in grado di rispondere a compiti quali il riconoscimento di schemi e operazioni di memoria associativa. Il primo uso che ne dovremmo fare è quello di " insegnare " alla macchina a pensare e capire; soprattutto, la macchina dovrebbe imparare dagli errori che lei stessa ha commesso. Come ha fatto il professor Osamu Hasegawa del Tokyo Institute of technology. Egli ha eseguito un algoritmo che permette alla rete neurale di un robot di elaborare varie informazioni ricevute da dei sensori, e riuscire ad " imparare " dagli errori che commette durante la sua esistenza. L'algoritmo prende il nome di Self Organizing Incremental Neural Network. Alla fine avremmo dei super robot capaci di fare tutto alla perfezione e le persone si dovranno rifare a ciò che dicono le macchine. L'impiego principale del SyNapse potrebbe essere quello di metterlo a bordo di sonde spaziali per andar a far missioni in altri pianeti. Solo con l'esperienza di un cervello, una macchina intelligente, può oltrepassare certi limiti che si trovano nello spazio. Solo una macchina pensante è in grado di capire dove si trova il confine tra i luoghi e le velocità a cui l'uomo può accedere...come l'ultima scoperta di questi giorni fatta al Cern di Ginevra; i neutrini in quel caso, molto probabilmente, hanno curvato lo spazio-tempo per arrivare in anticipo di 60 miliardesimi di secondo. Questo potrebbe essere il piccolo passo che ci voleva per incominciare a studiare i viaggi nello spazio; viaggi che, all'inizio, solo macchine intelligenti potrebbero fare. Mi verrebbe a mente altri 1000 impieghi per questo piccolissimo chip, come per esempio un aiuto per la colonizzazione di un pianeta, oppure dirigere lavori complicati o dove ci sia bisogno di molta potenza di calcolo. Altro uso importante è la matematica, molto probabilmente con questi chip saremmo in grado di costruire robot super matematici. L'agenzia governativa darpa, soddisfatta dei primi risultati, ha annunciato che promuoverà un finanziamento di 21 milioni di dollari a favore della ricerca su SyNapse, in totale 41 milioni di dollari stanziati per tale progetto. I primi prototipi prodotti in questo periodo sono appena in grado di fare e gestire una partita da ping pong, ma per ora siamo solo agli inizi. A prodotto finito avremmo un'oggetto grande quanto una scatola da scarpe, con 10 milioni di neuroni ed anche più... La tecnologia, ovviamente, va sempre più avanti. Fra qualche anno probabilmente anche questa tecnologia diventerà obsoleta, perchè altre scoperte saranno fatte. Non ci resta che aspettare le prossime scoperte scientifiche per sapere se il chip in questione sarà stato utile o meno. Chissà dove andremo a finire?Se va avanti così la tecnologia, fra qualche centinaio di anni le macchine si ribelleranno all'uomo. Ma l'uomo sarà pronto ad affrontare le super memorie tecnologiche, oppure ci si adagierà sopra per cercar di fare meno fatica?Riuscite ad immaginare un mondo che dipende esclusivamente dalle macchine?io no ma ci dovrò fare presto l'abitudine.
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lunedì 26 settembre 2011

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Numeri primi...curiosi

Esistono, nella naturale numerazione degli infiniti numeri, particolari situazioni. Per esempio potrei citare il numero 19991. Questi numeri sono detti palindromi cioè che si possono leggere in entrambi i sensi ( da destra a sinistra e viceversa ) e sono pure primi. Visto le proprietà dei numeri potrei anche azzardare l'idea che questi numeri siano infiniti. Come ogni numero, in matematica, si è voluto dare la risposta al quesito: qual'è il numero palindromo primo più grande?Ovviamente, attraverso i calcolatori di oggi, si è potuto dimostrare che esistono numeri con migliaia di cifre che pur essendo palindromi sono anche primi. A settembre 2010, è stato scoperto, il più grande primo palindromo conosciuto che è 10^200000 + 47960506974 x 10^99995 + 1 composto da 200001 cifre e scoperto da Bernardo Boncompagni . Esistono anche i primi triplamente palindromi quelli che, oltre ad essere palindromi, hanno anche un numero di cifre che è un primo palindromo, ma questa è un'altra storia. Quello di cui volevo parlare sono quei numeri pari, che secondo Goldbach, sono dati da 2 numeri primi. Tale viene chiamata la congettura di Goldbach. COME E' NATA LA CONGETTURA DI GOLDBACH Nel 1752 per precisione il 18 novembre 1752 Goldbach inviò una lettera a Eulero e gli disse - Tutti i numeri pari maggiori di 5 possono scriversi come somma di tre primi -. Eulero, interessato al problema, gli rispose - Tutti i numeri pari maggiori di 2 si possono scrivere come somma di 2 primi - . L'affermazione data da Eulero è la forma adottata oggi nella quale la congettura è stata formulata; a volte viene chiamata congettura forte di Goldbach per distinguerla dalla formulazione di Goldbach, nota come congettura debole di Goldbach. Il 16 Dicembre Eulero aveva già dimostrato che nei primi 1000 numeri valeva la teoria che gli aveva proposto, e qualche mese più tardi era arrivato persino a 2500. Ai nostri giorni, attraverso i calcolatori, è stato stimato che la congettura di Goldbach vale per tutti i numeri minori a duemila miliardi. La congettura, tuttavia, non è stata ancora dimostrata ed è considerata dalla comunità matematica uno dei problemi più complessi della storia della scienza. Vediamo però come sviluppare la congettura: 4=2+2; 6=3+2; 8=3+5; 10=3+7; 12=5+7; 14=3+11; La congettura di Goldbach ai giorni nostri ha trovato soluzione e dimostrazione, anche se i matematici sostengono che questa dimostrazione non è valida. La potete trovare a questo link : ( http://www.giovanniarmillotta.it/metodo/di_noto14.html ). In ogni caso, negli anni, tale congettura ha fatto frullare molto la fantasia delle persone, come, i numeri primi. E' stato scritto anche un libro e il protagonista, nel romanzo che ha scritto Apostolos Doxiadis, era un matematico in pensione che per far desistere il nipote a continuare gli studi in matematica gli propone un patto: Dimostrami la congettura di Goldbach e ti potrai iscrivere a matematica; Il ragazzo giorno e notte si da da fare per riuscire a dimostrare la congettura ma non ci riuscirà. Continuerà i suoi studi alla facoltà di diritto. L'autore, per farsi pubblicità, ha offerto un premio da un milione di dollari alla persona anglofona che avesse dimostrato la congettura prima dell'aprile del 2002. I giorni passavano ma nessuno si è presentato per portar la dimostrazione; oltre che l'aprile del 2002 è passato anche il marzo il maggio, l'agosto il settembre il novembre del 2002, insomma nessuno è andato a ritirare il premio. La curiosità dei numeri primi, è che: - i numeri primi riescano a generare qualsiasi altro numero pari e non - ; ovviamente moltiplicando i primi in questione. Sommando due numeri dispari ho sempre un numero pari così come sommando 2 numeri primi ho sempre un numero pari. Ma riusciremmo a prendere tutti i pari o no?Essendo infiniti i numeri primi, posso credere che, tali riescano a generare tutti gli infiniti pari, anche se la matematica, lo sappiamo, ha bisogno di dimostrazioni più che tangibili.
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domenica 25 settembre 2011

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Oscillandia. Partecipa anche tu al concorso

E' cominciata dal 20 settembre il concorso indetto da emcelettronica per aggiudicarsi un fantastico oscilloscopio. Ci sono svariati premi in concorso e partecipare è facilissimo. Riversa le tue conoscenze nelle materie inerenti al sito di emcelettronica e potrai essere tu il vincitore. Ricorda che solo se l'articolo sarà originale verrà valutato valido; il copia-incolla da altri siti è punito anche con l'esclusione al concorso. Quindi cosa vi posso augurare?Buona fortuna a tutti!e vinca il migliore. Le istruzioni per partecipare le potete trovare qua: http://it.emcelettronica.com/oscillandia-vinci-loscilloscopio-dei-tuoi-sogni
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sabato 24 settembre 2011

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Ignorante?No! Diversamente sapiente

E' delle ultime ore l'ennesima gaf fatta. Un tunnel, secondo una nota politica, dividerebbe il Cern di Ginevra dal Gran Sasso. Ora vorrei un pò dimostrare quanto, al giorno di oggi, la maggior parte delle persone parlano per "dar aria alla bocca" ( tante volte far un sospiro senza parlare sarebbe molto meglio ). Vi immaginate cosa vuol dire scavare un tunnel che va da Ginevra al Gran Sasso?possibile che nessuno si sarebbe accorto quando scavavano questo "sbrano" lungo 730 chilometri?Forse, la politica in questione, pensava che ancora esistevano i supereroi dei cartoni animati che nel celebre cartone " tartarughe ninja" impersonavano la parte dei cattivi ( Shredder ) i quali riuscivano a scavare tunnel sotterranei senza essere visti da nessuno. Ma a quest'età sarebbe meglio studiare un libro di scienze, o perlomeno se le scienze non piacciono, sarebbe meglio tirare un sospiro e stare in silenzio. Altra nota di curiosità: nel discorso di sant'ignoranza si parla di vittoria epocale, come se la scienza fosse solo una gara a ostacoli e chi arriva primo vince il premio; non è così, dietro una scoperta del genere ci sono anni di ricerca e numerosissime prove fatte, Questa, io, non la definirei una vittoria epocale ma semplicemente un primo passo prima di scoprire qualcosa di ancora più grande. Come ho detto ieri, nell'articolo " Neutrini da contravvenzione" molto probabilmente, questo, è il primo passo verso la sapienza dei viaggi nello spazio. L'anticipo ( 60 miliardesimi di secondo ) del neutrino in questione, potrebbe esser stato dato da una piccolissima piegatura dello spazio-tempo, cosa che col passare degli anni dovremmo amplificare per riuscire ad aprire condotti spazio temporali per percorrere distanze notevoli in brevissimo tempo. La mia curiosità che mi ha fatto avere qualche problemino da piccolino, il mio voler conoscere a tutti i costi, mi ha portato, da piu grandicello a scoprire svariate cose, E' curioso anche osservare come in un mondo piccolo come il nostro coesistono realtà l'una opposta all'altra: Trovi la politica che dovrebbe essere persona colta e aggiornata, invece spara castonerie gigantesche, un mondo che a volte spero non si rivolti all'ignoranza, o per meglio dire alla diversità di sapienza, di certe persone. Volete vedere quale sarebbe stato il lungo tunnel pensato da sant'ignoranza? eccolo! http://tv.repubblica.it/tecno-e-scienze/il-tunnel-della-gelmini-730-km-sotto-terra-dal-gran-sasso-a-ginevra-la-mappa-interattiva/76699?video
Questo sopra il comunicato in forma ridotta a cui faccio riferimento nell'articolo.
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venerdì 23 settembre 2011

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Neutrini da contravvenzione

Ormai, sembra confermato, i neutrini saranno argomentazione per i prossimi dibattiti scientifici. E' appunto di questi ultimi minuti la conferma che la notizia è vera: i neutrini riescono a viaggiare più veloci della luce. L'esperimento, svolto al CERN di Ginevra, dimostra che sparando un fascio di neutrini dal Cern verso i laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, impiegano 2,4 millisecondi per percorrere tale distanza, 60 miliadesimi di secondo prima del dovuto. Dovremmo rivoluzionare alcune teorie visto che fino a ieri nulla poteva viaggiare più veloce della velocità della luce purchè avesse massa. Il neutrino ha una massa - molto piccola - ma ce l'ha. Fosse la volta buona che riusciamo a vedere e studiare, praticamente, la piegatura dello spazio-tempo?Potremmo essere agli inizi di una nuova era. Scienziati, ed esperti nel settore, parlano di una nuova costante dell'universo, come ha rivelato Petronzio - "E' possibile che i nuovi dati sulla velocità della luce possano essere la spia dell'esistenza di una nuova costante. E' stata infatti osservata una deviazione rispetto a una scala. Per esempio, la famosa particella di Dio, ossia il bosone di Higgs per il quale esiste la massa, dovrebbe essere rilevabile all'interno di una scala di energia e, se i dati raccolti dal Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra dovessero dimostrare che non si trovi lì si aprirebbe una nuova pagina per la fisica. "Nel caso della velocità della luce, l'anomalia osservata e presentata oggi sarebbe ancora più importante rispetto alla scoperta o meno del bosone di Higgs in quanto - ha concluso - riguarderebbe le proprietà generali dello spazio-tempo". Nell'occasione di questa importante scoperta scientifica è stato promosso per oggi alle 16:00 un seminario che potremmo seguire a questo link ( http://webcast.cern.ch/ ) Buona visione!
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domenica 18 settembre 2011

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Il bimbo e la donna vestita di nero

C'era una volta un bimbo molto dispettoso che amava però osservare il cielo sia di giorno che di notte... Ogni giorno combinava guai, fino a che una sera si presentò la donna vestita di nero che gli disse - Bimbo combinane un'altra e farò scomparire tutte le stelle del cielo -. Il bimbo non la ascoltò; essendo nella stagione calda andò in un frutteto e, mentre guardava appassionato le stelle, si mise a mangiare delizione pesche raccolte direttamente dagli alberi. Qualche ramo si ruppe e il bimbo, oltre ad aver rubato le pesche, aveva distrutto una bellissima pianta. Comparve allora la donna vestita di nero che gli disse - Non mi hai ascoltato, da oggi non potrai più vedere lo spettacolo notturno del cielo -. Come in una magia, come se ci fosse stato un interruttore tutte le stelle del cielo di spensero, ed anche con il cielo limpidissimo il bimbo non poteva più vedere le sue amate stelle all'imbrunire della sera. Nei primi giorni, il bimbo, non ci faceva tanto caso, stava aspettando che lo spettacolo notturno ritornasse. Passò molto tempo, il bimbo oramai non era più bimbo ma era diventato un uomo, un adulto, conservando sempre la sua passione per il cielo. Avrebbe voluto ricominciare a fare i suoi studi ma ahimè ancora il cielo era privo di stelle. Si ricordò allora ciò che gli disse la donna vestita di nero - Cambia, portami qualcosa di prezioso per te, e tutte le stelle del cielo ricompariranno -. L'uomo si dette da fare, prima portò oro, poi portò diamanti, poi materiali preziosi raccolti nei punti più disparati del globo. Niente che potesse interessare alla donna vestita di nero. Tutte le volte gli diceva - Cambia, portami qualcosa di prezioso, questo non è abbastanza prezioso per farti perdonare tutte le monellerie che hai fatto da piccolino -. L'uomo non sapeva più cosa portargli. Oramai erano passati troppi anni, in tutto il mondo le persone si erano dimenticate delle stelle, c'era qualcuno che non l'aveva mai viste. Le persone però erano tristi, quel cielo notturno tutto uguale, addolorava sempre più i compaesani dell'uomo e non. L'uomo, pur di ritornare a studiare le stelle aveva imparato moltissime cose fra cui preparare infusi curativi per le persone che stavano poco bene. Anche quello, per la donna, era sempre troppo poco. Così l'uomo, che non si dava certo per vinto, si rivolse ad un vecchio saggio e il saggio gli propose di fare un unguento che potesse rimarginare le ferite che l'allora bimbo aveva fatto alla donna vestita di nero. L'uomo si mise a lavoro a capo basso pur di riavere le sue stelle da studiare, ma non si era reso conto che il saggio gli aveva solo illuminato la strada che doveva percorrere per tornare alla felicità. L'uomo andò avanti per anni a cercare quale era la formula da adottare per trovare un unguento speciale che avesse rimarginato le ferite della donna vestita di nero. Ma nulla! Si rivolse ad un mago e persino ad una strega per trovare la formula. Niente! nessuno sapeva come fare. Intanto nei paesi vicino a quelli dell'uomo le persone cominciarono a morire senza un perchè; l'uomo si rese presto conto che era stata la tristezza di quel cielo monotono a far morire i suoi vicini di paese. L'uomo, scosso per la brutta scoperta, pensò di produrre un'unguento magico che permettesse alle persone di guarire da quel male sconosciuto. Questa volta l'uomo fece BINGO e riuscì a guarire tutte le persone...ma per la donna vestita di nero non era ancora sufficiente. L'uomo doveva ancora cambiare. Passarono molti anni e l'uomo oramai era vecchio, ancora con la voglia di imparare e sempre con quel fisso pensiero notturno: le stelle. Un giorno, sentendosi poco bene, chiese aiuto ad un ragazzo e il ragazzo riuscì a trovargli la soluzione al suo problema. Fecero ben presto amicizia e l'uomo gli raccontò che diversi anni prima, nel cielo notturno, c'erano miliardi di puntini colorati che si illuminavano ogni sera. Il ragazzo si appassionò subito e la storia gli piacque molto. Il vecchio gli disse - La donna vestita di nero la potrai incontrare sotto la grande quercia nel colle Svezio; vai là e portagli qualcosa di molto prezioso per te e vediamo se riesci a far ritornare lo spettacolo del cielo stellato -. Il ragazzo era povero di esperienza, non sapeva cosa portare alla donna vestita di nero, così decide di rimandare l'incontro con la stessa. Senza tante vergogne il vecchio disse al ragazzo - Sei stato al colle? -. Il ragazzo gli rispose - No, ancora non posso andare, non so cosa potrei portare di così importante dopo che mi hai detto tutto ciò che gli hai presentato, io sono ancora giovane e non saprei come soddisfare una donna del genere -. I due ruppero presto la conversazione e il vecchio prima di ripartire disse al giovane - Tieni, questi sono i miei studi sulle stelle -. - Non li posso prendere, sono i tuoi, io non so assolutamente nulla su queste luci che si dovrebbero riaccendere in cielo - gli rispose il ragazzo. - Sono stelle, sono stelle - gli rispose il vecchio - Comunque prendili questi fogli potrebbero servirti; io ormai ho poco tempo in più da vivere, non so neanche se mai riuscirò a rivedere le mie amate stelle - continuò il vecchio. - Da giovane dovrebbe aver fatto troppe cose brutte per portar la donna vestita di nero a spengere queste strelle, spelle - borbottò il giovane. - STELLE, STELLE - gli rispose il vecchio. Il giovane volle indagare a fondo per capire perchè la donna vestita di nero, anche davanti a doni preziosi di quel genere, si rifiutava di riaccendere le stelle. Così si recò nelle vicinanze del colle Svezio e cominciò a chiedere alle persone perchè questa signora avrebbe fatto tutto quello scempio e cosa avrebbe fatto di male quel vecchio da piccolino. Nessuno sapeva rispondergli, erano passati troppi anni, le persone ormai non alzavano più gli occhi al cielo erano tutte molto cupe e intimidite; fino a che incontrò un'anziana signora che conosceva molto bene quel bimbo e gli spiegò nel migliore dei modi ciò che aveva fatto. Gli spiegò anche che nessuno si era messo contro la donna vestita di nero perchè sapevano che qualunque cosa avessero portato la donna avrebbe rifiutato. Il ragazzo, incredulo, tornò a casa. L'indomani si recò dal vecchio e fece un'amara scoperta: il vecchio era morto. Rattristito tornò a casa e dopo il funerale gli e si promise - riaccenderò io lo spettacolo notturno -. Dopo qualche tempo a causa di divergenze con la propria famiglia il ragazzo dovette lasciare il paese in cerca di felicità mai dimenticando la promessa fatta al vecchio. Nel nuovo paese conobbe una bellissima fanciulla e ben presto, come in tutte le storie, il giovane se ne innamorò. Senza dirle nulla la portò in un luogo speciale, e,dopo aver cenato, si recò sul terrazzo per vedere lo spettacolare panorama che lo specchio d'acqua vicino le regalava. I due rimasero a lungo a parlare e scherzare fino a che, raggiunta la tarda notte dovettero rincasare. I due stavano bene insieme ma il ragazzo, ancora, non si era fatto avanti. La situazione nella famiglia del giovane si faceva sempre più difficile; egli fu costretto a tornare dai genitori per strigliare alcune vicende. Ripensò alla donna vestita di nero e volle provare a presentargli quella bellissima fanciulla. Arrivato nel colle Svezio, dirigendosi direttamente verso la quercia della donna vestita di nero, il ragazzo si caricò di coraggio e affrontò la signora. La signora gli disse - Ebbene ragazzo cosa vuoi? - - Vorrei che voi riaccendessi le stelle di notte - le rispose il ragazzo. - Cosa mi hai portato di così importante? - le domandò la signora. - Niente, ciò che le ho portato risiede nel mio cuore - le disse il giovane. - E cosa sarebbe? - gli disse la signora -. - Una donna, una bellissima donna, una donna da sposare. Io ho lei, la cosa più importante per me. Non la cambierei nemmeno per un pianeta fatto di diamanti -. La donna vestita di nero guardò dentro al giovane e vide che dentro di lui batteva un cuore puro, un cuore sincero, un cuore pieno di amore. Così come erano sparite come se ci fosse stato un interruttore, le stelle ricomparirono nel cielo riportando la serenità dentro al paese e in tutto il globo. Il giovane, dapprima rimase stupito da quello spettacolo, ma ben presto prese i fogli con gli studi del suo amico e cominciò a studiare in modo approfondito tutte le stelle diventando uno dei migliori astronomi dell'epoca. Solo successivamente il giovane si fece avanti alla fanciulla e le cose andarono proprio come lui sperava. Si sposarono, quel giorno fu carico di emozioni e sul fare della sera il giovane, dopo essersi messo a letto a dormire, sognò il vecchio amico che gli disse - Sono veramente fiero di te. Continua ad andar avanti così e vedrai che anche la vita ti darà tutto ciò che vuoi; io ora devo partire per un lungo viaggio, oramai sono riuscito a rivedere il mio amato cielo stellato. Ora va io devo partire e ricorda che la donna che hai trovato te l'ha mandata proprio una stella perchè tutti siamo figli delle stelle -. - FINE -
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lunedì 15 agosto 2011

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Idea futuristica: come catturare carbonio nocivo per la nostra terra.

Visto che abbiamo bisogno di smaltire anidride carbonica e siamo capaci di stiparla in grandi cubi di ghiaccio secco, perchè non portare questi "cubi ghiacciati" in qualche pianeta ricoperto di ghiaccio per far in modo di creare sufficiente effetto serra da sciogliere il ghiaccio e, ripulire grazie ad un'altro pianeta, il nostro?
Potrebbe essere una teoria interessante. Ovviamente, questo, non è possibile ai nostri giorni perchè non abbiamo tecnologie e, pensano, che sarebbe troppo dispendioso attuarlo e senza nessun guadagno (mondo capitalista, purtroppo); il guadagno è sicuramente concentrato su qualcosa di positivo per le persone, e non per soldi ( a meno che, non cominceranno a farci pagare anche l'aria che respiriamo ).


Perchè, secondo me, questo progetto non è realizzabile ai nostri giorni:
Prima di tutto dovrei citare i  governi di tutti gli stati del mondo ( pure quelli più potenti ). Volete far ripartire il pianeta facendolo uscire dalla crisi economica?L'unica soluzione è dare il lavoro alle persone e, siccome i lavori al giorno di oggi, molti sono diventati obsoleti, o passati ( vedi il lattoniere, colui  che addrizzava le automobili incidentate. Oggi si fa molto prima a cambiare il pezzo e sostituirlo con uno nuovo) è bene passare a qualcosa di veramente nuovo, qualcosa che per ora sta dando lavoro solo ad una goccia, paragonato all'oceano di persone presenti nel mondo: i macchinari per la conquista dello spazio.
Questo dovrebbe essere il promotore per riuscire a salvarci e allo stesso tempo ci aiuterebbe ad evolverci.
Il mondo capitalista, come dicevo prima, ovviamente non permetterebbe di fare questo progetto perchè lo riterrebbe inutile.


Ma vediamo, tutto in teoria di cosa tratterebbe la mia teoria:
Che cos'è un albero secondo voi?Per qualcuno potrebbe essere un oggetto per decorare giardini, per qualcun'altro potrebbe essere legna per scaldarsi d'inverno, per qualcun'altro ancora potrebbe essere un intralcio o qualcosa da disprezzare tanto che alcune persone danno alle fiamme boschi con ettari ed ettari di piante, per queste ultime persone vorrei che si facesse valere il reato di crimine contro l'umanità. Vediamo il perchè:
Dare alle fiamme una pianta vuol dire prima di tutto deturpare la natura, deturpare il paesaggio, e poi deturpare ( in minima parte ) anche la salute di ognuno di noi.
Ogni pianta ( verde o secca che sia ), che viene data alle fiamme ( pure il legname che bruciamo per scaldarci ), ridona all'ambiente la quantità di anidride carbonica (che si forma per combinazione con l’ossigeno quando il carbonio viene liberato nell’aria) che è riuscita a catturare nel ciclo della propria vita (  anche le piante, secondo me, hanno un ciclo di vita: nascita, crescita, età matura, morte), anidride carbonica che aumenta l'effetto serra e di conseguenza anche la temperatura media del pianeta così favorendo lo scioglimento dei ghiacciai artici e del permafrost siberiano. All'interno del permafrost vi sono ingenti quantità di metano, metano che, come sappiamo, si può definire il maggior gas inquinante ( il metano inquina 20 volte di più rispetto all'anidride carbonica, quindi avremmo un maggiore effetto serra; vi potete certamente immaginare che se il permafrost siberiano si sciogliesse, nel giro di un centinaio di anni, moriremmo tutti fritti dal caldo).
Per me, un albero, è un magazzino, molto importante per noi uomini, perchè ogni pianta, nel  proprio tronco e nei propri rami raccoglie carbonio, ( proprio quello che riusciamo a congelare in grandi cubi di ghiaccio secco ) e come materiale di scarto ci donano ossigeno, indispensabile per la nostra sopravvivenza.
Al momento che la tecnologia ce lo permetterà dovremmo costruire "astronavi" o veicoli robotici che volano grazie all'energia del sole, questo per aver costi zero di carburante e zero emissioni di inquinamento; dovremmo costruire veicoli robotici in grado di portare i cubi di ghiaccio fuori dal nostro pianeta.
Ma quanti veicoli robotici servirebbero?Considerato che un'apparecchiatura per catturare carbonio, riesce a catturare il carbonio presente sulla superficie di un campo di calcio in 24 ore, posso stimare che servirebbe un'apparecchiatura ogni 100 Km, quindi produzione alta di questi oggetti, di conseguenza molti posti di lavoro occupati da persone.
In questo modo, nel giro di qualche anno, tutto il mondo sarebbe pulito.
Al momento che i macchianari produrranno i cubi di ghiaccio, ogni macchina dovrebbe aver in dotazione i suoi robot trasportatori.
Mi potreste obbiettare: Ma perchè distruggere un pianeta incontaminato per salvare il nostro pianeta?Secondo me, non dovrebbe essere un gioco al massacro. Ogni macchinario dovrebbe portare il cubo nel nuovo pianeta e a mano a mano che i cubi si sciolgono dovrebbero far aumentare la temperatura del pianeta ( favorito dall'effetto serra ), ottenendo lo scioglimento dei ghiacciai e così favorendo la fuoriuscita di acqua liquida dal sottosuolo ( ove presente ).
L'acqua liquida, permetterebbe la sopravvivenza delle piante e, quelle stesse piante potrebbero riassorbire il carbonio che noi facciamo in eccesso.
In questo modo faremmo 2 cose:
1)Salviamo il nostro pianeta e noi
2)Potremmo costruire un paradiso terrestre nel nuovo pianeta incontaminato.
Al momento che le condizioni saranno ottimali ( ogni volta che il robot trasportatore torna alla base deve portare tutte le informazioni del pianeta per aver sempre sotto controllo la situazione).
Passati molti anni, quando tutto sarà assestato e le condizioni saranno favorevoli, sarà possibile fare anche una missione umana nel nuovo pianeta, e piano piano colonizzarlo.
Quale pianeta scegliere?Quello con più ghiaccio d'acqua all'interno e / o quello  più lontano dalla zona goldilocks. Potrebbe essere interessante notare gli sviluppi di un pianeta completamente ghiacciato e molto lontano dalla zona goldiloks, che riesce sia ad aver acqua liquida al suo interno, sia accogliere la vita.
Un possibile candidato potrebbe essere Ganimede.
Ganimede è il principale satellite naturale di Giove. Composto principalmente da silicati e ghiaccio d'acqua, con un nucleo di ferro fuso.
Si pensa che questo satellite presenti acqua salata liquida in profondità compresa fra due strati di ghiaccio. Ganimede è simile alla nostra luna, mostra sempre la solita faccia rivolta verso il sole; ha una temperatura superficiale di 109 K ( c° = 109 - 273,15 = - 164, 15 c° ) temperatura non molto ideale per noi umani. Potrebbe però essere, anche solo un modo di distruggere un pianeta ( ad una simile temperatura è difficile che i cubi di ghiaccio si sciolgano ).
Per noi umani e per il ghiaccio sarebbe un problema, ma per i macchinari, no.
I robot potrebbero costruire serre per stiparci i cubi di ghiaccio secchi, riuscendo a liberare il carbonio presente e farlo ricatturare dalle piante, non riuscendo a creare un paradiso terrestre ( le piante per nascere hanno  bisogno, oltre che di luce, anche di ossigeno e sicuramente il carbonio sarà sempre molto maggiore rispetto all'ossigeno ), ma certamente creando un maxi "laboratorio" che servirebbe anche a noi a progredire mentalmente e tecnologicamente; successivamente potremmo costruire in laboratorio batteri da usare in determinate circostanze, magari per riuscire a sciogliere il ghiaccio senza l'ausilio del calore delle serre.
Stabilità trovata, nelle serre di Ganimede, potremmo pensare ad aprirle e cercare di rendere l'intero pianeta colonizzabile (ovviamente molto lentamente ).
Ripulito il nostro pianeta, e cambiato modo di produrre energia ( passando alle rinnovabili), al momento che l'aria su Ganimede troverà una stabilità ( cioè  anidride carbonica al minimo e produzione di ossigeno giusta, per la respirazione dell'uomo, dato dalle piante) riusciremo a costruire un secondo paradiso terrestre, praticabile da chiunque voglia sopraggiungerlo. A quel punto lì avremmo tutte le tecnologie necessarie per raggiungere il satellite naturale di Giove con una missione umana, ed essere noi stessi i produttori di anidride carbonica. I primi colonizzatori?Scienziati, medici, operai e molti robot.
Ganimede, avendo un nucleo ferroso, potrebbe riuscire a sviluppare un'atmosfera abbastanza grande da permettere all'uomo di girovagare per il pianeta magari solo con bombole dell'ossigeno, senza indossare la fastidiosa tuta spaziale.
Ganimede, avendo acqua salata nel sottosuolo ( in profondità ), all'interno delle serre, per catturare maggior carbonio potremmo utilizzare mangrovie.
Il problema è la temperatura: le mangrovie sono piante tropicali che però riescono ad immagazzinare dentro di se moltissima anidride carbonica; vivono grazie anche ad acqua salata e sarebbero le piante ideali per catturare l'anidride carbonica.

Tutto questo progetto, ovviamente non sarà realizzabile per ovvi motivi di distruzione di vita presenti in un determinato pianeta.
L'alternativa sarebbe costruire dei cannoni, da posizionare all'esterno dell'atmosfera, e sparare i cubi di ghiaccio secco contenenti anidride carbonica direttamente nel sole. Qua già stiamo ragionando di più, ma la fantasia e magia del pensare in grande, viene spazzata via da questa ovvia soluzione.
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venerdì 5 agosto 2011

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La vita ed i numeri primi

Che cos'è la vita se non un insieme di numeri?Non numeri qualsiasi, ma numeri primi, perchè ogni individuo, come i numeri primi, è unico e regista della propria vita.
Un giorno ti senti leone, quindi ti puoi sentire l'ultimo numero primo (con miliardi e miliardi di cifre e ti senti una bomba ;-) ) quindi eventi svolti con soddisfazione, grande fortuna, soldi a palate ecc. un giorno invece ti senti giù, stanco proprio come il due. il primo numero primo.
Ma pensiamoci un pò su, cos'è un numero primo se non un numero che genera altri numeri non primi?Mi potreste rispondere: si! la scoperta dell'acqua calda!
qua invece si cela qualcosa di molto più fine e di molto più curioso.
Considerando che i numeri primi sono infiniti l'individuo che si sente il numero primo più grande del mondo genererà numeri non comprensibili per nessuno e che possono usare solo una piccolissima fetta di persone; l'individuo quindi si troverà vicino solo poche persone e farà poche esperienze.
L'individuo invece che si sente il "due" è il più ricco, perchè magari inciamperà per la strada(la vita) (infatti non tutti i numeri sono multipli di 2), ma sicuramente sarà una persona soddisfatta, con esperienza, e soprattutto con la voglia di andare avanti.
Tutto questo discorso non deve essere frainteso; l'uomo deve riuscire a mantenere la propria dignità, non può essere considerato un numero.
Quella che volevo fare è solo una piccola similitudine che mi è piaciuta far presente alla maggior parte delle persone che si nascondono dietro i problemi e non li sanno affrontare o quelle persone che si sentono Dei dell'Olimpo quando non sanno nemmeno qual'è la capitale Italiana; oppure tutte quelle persone che si sentono soddisfatte guardando veline, grande fratello, isola dei famosi, uomini e donne ecc e si sentono ancora meglio se hanno a disposizione internet con facebook sempre alla mano; se succede qualcosa a questo tipo di programmi televisivi e/o qualcosa cambia in Facebook, tutte le persone si rivoltano contro gli amministratori di questi grandi "venditori di sogni", mentre invece  se l'Italia, l'Europa e il mondo intero va a rotoli non importa niente a nessuno.
Un amico, anno scorso, mi ha detto che la maggior parte delle persone sono come la rosa...ora comincio a capire il perchè...
La maggior parte delle persone, infatti, non si rendono conto che, la canzone Generale di De Gregori, o meglio la poesia di De Gregori, aveva ragione: "Generale dietro la collina ci sta la notte crucca ed assassina" perchè "il generale"  doveva stare attento perchè dietro la collina c'era qualcosa di altamente pericoloso; la nostra situazione attuale è quella di esserci stipati, come in un campeggio a tempo indeterminato, proprio li da dove cominciava il cammino "il generale" di De Gregori, in un posto sicuro, per non guardare in faccia alla realtà; infatti c'è bisogno di svegliarsi, partire, armarci (in senso figurativo) per capovolgere questo mondo a noi stretto perchè il modo c'è...c'è solo il bisogno di volerle fare certe cose.
Del resto anche il proverbio lo dice: volere è potere!
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venerdì 22 luglio 2011

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L'imperatore delle formiche. La primavera ed i nuovi arrivi

Finalmente l'aria primaverile si faceva sentire. Anche le formiche sentivano che il freddo, per un pò di mesi, non si sarebbe fatto sentire.
Stefano, intanto, era andato a raccogliere altre formiche dalla sua aiuola, e riponendole nel solito recipiente dell'anno precedente, le collegò alla colonia.
- Aiuto! Ma dove siamo finite?Moriremo tutte!Come usciremo di qua? - disse una formica - Calma, calma, qua ho trovato uno spazio per passare, ma stiamo tutte unite -.
Dopo aver percorso il breve tratto del tubo le nuove formiche si trovarono nella colonia.
- Erzilia ERZILIAAAAA, aiuto, ci sono nemici in arrivo - disse un'operaia delle più giovani. Erzilia si avicinò all'ingresso della colonia in attesa dei nemici.
Appena si fecero vedere le nuove formiche, Erziali, le riconobbe subito.
- Marina, Lucia, Samantha, guarda tutte amiche mie, e voi che ci fate qua? - - Mah ci siamo ritrovate qua dentro. Eravamo a sistemare il magazzino e poi ci siamo ritrovate in un posto con un tubo e poi siamo arrivate qua - disse Samantha.
- Qua sono capo operaia, c'è molto da fare sempre. Venite vi presento il nuovo mondo. Ogni giorno, un uomo, ci porta semi buonissimi, quindi perchè andar a rischiare di morire là fuori? Il posto è molto confortevole; c'è molto da lavorare. Dunque là al vano 3 c'è la discarica, al vano 4 il magazzino nuovo e la dietro c'è il vecchio magazzino. Laggiù c'è la stanza della fontana e del cibo e qua, in genere, facciamo le riunioni per fare il punto della situazione dei problemi della colonia - disse Erzilia.
- Ma quante siete? - continuò Erzilia - Boh, non lo sò, per ora saremmo un 70-80 in tutte - disse Samantha - Che spettacolo, finalmente ci alleggeriremo di un bel pò di lavoro - disse un'operaia.
- Allora, ora che vi ho presentato la colonia mettiamoci a lavoro! -.
Stefano aveva rifornito la colonia con semi di pomodoro, grano, acqua e zucchero, miele ed altri semi.
Per il castello-colonia ormai era giunta l'ora di ritornare all'esterno della scatola di legno, osì, con più luce, tutte le formiche, ebbero uno slancio in più.
Le formiche che popolavano la colonia si riconobbero ben presto tutte perchè Stefano aveva prelevato le formiche sempre dal solito formicaio.
- Il lavoro è molto alleggerito da oggi, quindi potremmo pensare, prossimamente, a covare qualche uovo, per fare qualche altra regina e per spostare un gruppo di noi dall'altra parte della colonia, questo posto è così grande... - disse Bianca - Ben detto - disse Samantha - Ma per ora dobbiamo trovare una stabilità qua tra tutte ed ancora dobbiamo lavorare - disse Erzilia. - Tutte al lavoro, entro stasera tutto deve essere pulito, compreso la parte di colonia che non utilizziamo. Muoviamo le zampe - continuò la capo operaia - Aspetta Erzilia, ora che ci siamo anche noi mi sembrerebbe giusto ri-eleggere l capo operaia- disse Lucia - E' vero - disse un'operaia - No, io mi sono meritata questo riconoscimento in battaglia. Io ho dato il colpo di grazia alla cavalletta. Poi l'altra operaia l'ha moza in testa però non ha voluto il merit, diceva che si trovava lì per caso; quindi non intendo in nessun modo fare elezioni per decidere chi deve essere la capo operaia - disse Erzilia - Non è giusto, tutte abbiamo il diritto di diventarlo e te non sei la migliore del formicaio - disse Samantha - Vedremo, per ora resto io - disse Erzilia.

                                          ...continua...Prossimo appuntamento Martedì...non mancate!!!

Se vi siete persi qualche episodio ecco qua tutti i link:
1) Introduzione
2) La colonia 
3) Uno strano essere
4) La battaglia 
5) La voglia di ricominciare
6) L'inverno sta arrivando
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martedì 19 luglio 2011

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L'imperatore delle formiche: L'inverno sta arrivando

L'estate, intanto, stava finendo. Le prime pioggie cominciarono a farsi vedere. Con il passare delle settimane il clima era sempre più pungente.
Stefano, aveva posizionato il suo castello-colonia, dentro una scatola di legno per riparare le sue formiche dal freddo.
- Erzilia, perchè non riesco a muovermi come prima? - disse un'operaia. - Vedi, quando viene la stagione fredda tutte noi rallentiamo a causa del freddo. Cercati un luogo sicuro che poi quando torna la stagione calda ripartiremo alla grande -. - Ma io ho paura - disse l'operaia. - Non succede assolutamente nulla, stai tranquilla. L'importante è non prendere troppo freddo se no ci fermiamo del tutto. Elisa e Bianca sono le uniche che dovrebbero sentire più freddo così nell'estate saranno più prolifere - disse Erzilia.
Un giorno cominciò a cadere dal cielo una fitta neve. Alcune operaie riuscirono a trovare un varco di evacuazione e molto lentamente, uscirono dalla colonia. Quando furono fuori dalla scatola di legno gli si presentò davanti uno spettacolare panorama, ma, a causa del freddo, non riuscirono a raccontare la spettacolare esperienza fatta alle altre formiche.
L'indomani, Erzilia, vedendo che alcune operaie mancavano volle indagare. - A tutte le operaie. A tutte le operaie. Stanotte sono sparite alcune vostre colleghe. Ancora non so quantificarle. Indaghiamo; vediamo dove sono finite -.
- Il freddo pungente quasi non ci fa più muovere...come facciamo? -  disse un'operaia. - Sforziamoci e muoviamoci, è un'ordine - disse Erzilia. Allora le formiche all'unanimità gli risposero - Basta, noi non ce la facciamo, è già tanto che riusciamo a tener pulita la colonia. Noi siamo più deboli, siamo quasi ferme. Non ce la facciamo più a prendere ordini da te -.
- Un ordine è un'ordine, va solo eseguito, punto - disse Erzilia.
Il malcontento era sempre più grande, le formiche operaie erano stufe di aver Erzilia come capo operaia; era troppo bacchettona.
- Anche noi abbiamo bisogno di un pò di libertà - disse un'operaia.
Dopo qualche giorno, per puro caso, un'operaia riuscì a trovare il varco di uscita e, accatastandoci alcuni ramoscelli e semi più cattivi, riuscì a tapparlo.
Stefano, intanto, aveva messo dentro alla colonia, miele, acqua, zucchero, semi di vario genere, ma le formiche non si azzardavano ad avvicinarsi; il freddo era ancora troppo pungente.
Dopo qualche giorno, vedendo che le sue formiche non si erano avvicinate a mangiare nulla, Stefano decise di togliere i semi, lo zucchero e il miele, lasciando alle formiche solo acqua. Questo perchè c'è pericolo che si formano muffe dannose per le formiche. I mesi passavano, la temperatura cominciò ad aumentare e anche le formiche cominciarono a muoversi meglio.
- Erzilia - disse un'operaia - Cosa gli facciamo fare alle formiche che sono nate lo scorso anno? Io, gli ho detto, intanto, di andare in esplorazione per conoscere bene tutta la colonia; almeno quando ci sarà bisogno sapranno già dove andare - - Va bene, comunque tienile d'occhio; ancora la stagione calda non è arrivata. E' in tempo a tornare il freddo. quindi massima allerta - disse Erzilia.
- Le terrò sotto la massima protezione, intanto le insegnerò ciò che le succederà quando arriva il freddo, così non avranno più paura - disse l'operaia.

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1) Introduzione
2) La colonia 
3) Uno strano essere
4) La battaglia 
5) La voglia di ricominciare

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venerdì 15 luglio 2011

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L'imperatore delle formiche. La voglia di ricominciare

La colonia, dopo aver avuto l'incontro-scontro con la cavalletta era molto spoglia.
C'erano rimaste giusto dieci operaie, le regine ed i maschi.
Intanto le larve crescevano.
Erzilia, come ogni giorno, si trovava a discutere con le altre formiche sul da fare del formicaio - Dobbiamo sistemare quei semi, dobbiamo pulire il vano dei rifornimenti e dobbiamo tener sotto massima sorveglianza il nostro magazzino -. - Erzilia non ce la facciamo. Siamo rimaste troppo poche e la colonia è troppo grande. Finchè non arriveranno le nuove pupe bisognerà allentare un pò nel lavoro perchè non ce la facciamo - disse un'operaia.
- No - disse Erzilia - Dobbiamo lavorare più di prima e con molta più intensità - Continuò.
Tra le formiche era nato malcontento e piano piano decisero di destituire Erzilia da capo operaia.
Stefano teneva sotto massimo controllo la sua colonia, la riforniva con semi di pomodoro e insalata. Da qualche giorno, però, aveva trovato dei nuovi semi, molto teneri e che le sue formiche adoravano.
Erzilia fiutò i nuovi semi e ci si buttò a capofitto - Venite, sono buonissimi, sentite che sapore - disse Erzilia. Le operaie andarono ad assaggiare i prelibati semi e, dopo averne mangiato qualcuno, il resto lo riposero nel magazzino.
Ultimato il lavoro, un'operaia, vide spuntare dal vano delle regine delle piccolissime pupe pronte a lavorare.
- Guardate. Sono tantissime. Finalmente il lavoro diminuirà per tutte da oggi -.
Dopo l'ultima pupa uscirono anche Bianca ed Elisa. Erzilia si avvicinò loro. Bianca le disse - Martina? - - Martina è deceduta in battaglia; una terribile cavalletta ha decimato la metà della colonia, Martina è morta da eroe. Lei è voluta montare sopra la cavalletta dimostrando a tutte noi grande coraggio - disse Erzilia.
Bianca si mise a piangere - NOOOOO, ci eravamo promesse che ci saremmo riviste proprio ora, invece lei non c'è più...ora come faremo? - disse Bianca.
- Noi ci siamo organizzate da sole, momentaneamente, ed abbiamo deciso che la capo operaia doveva diventare chi aveva morzo in testa la cavalletta. La formica che l'ha fatto si è tirata indietro ed ha donato il suo mandato a me - disse Erzilia.
Tutte contente, insieme alle altre pupe, le formiche si rimisero a lavoro. I semi teneri che avevano messo nel magazzino ora le erano utilissimi. Erzilia guardando le nuove pupe notò che c'era una un pò diversa dalle altre e così andò a chiedere spiegazioni a Bianca - Perchè quella pupa è così piccola? - disse Erzilia. - E' l'ultima arrivata. Non so cosa sia successo. Ho notato anche io che c'è qualcosa che non va, ma speriamo cresca come tuttele altre - disse Bianca.
Le piccole pupe si misero subito a lavoro; ognuna di loro cominciò a portare qualche granello di zucchero nei magazzini.
- Vedi Bianca, ora devono imparare; gli sto insegnando nel migliore dei modi - disse Erzilia. - Vai benissimo, con tutte queste pupe per quest'anno siamo a posto - disse Bianca

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martedì 12 luglio 2011

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L'imperatore delle formiche. La battaglia

Stefano, a causa di un viaggio, non poteva accudire le sue formiche così modificò la sua colonia, facendo una porta di ingresso-uscita per far in modo che le sue formiche potessero sopravvivere cacciando, come avevano sempre fatto.
Una mattina, Martina e un gruppo di operaie, uscendo dalla colonia, videro una cavalletta.
- Presto, andate a cercare rinforzi, intanto io vado in cima a quel fiore - disse Martina. Le operaie andarono a chiamare rinforzi e in pochi minuti tutte le formiche erano all'esterno della colonia. Martina avvertì - Io ora salgo su quel fiore là; la cavalletta ora sta dormendo. Quando gli planerò addosso, lei cadrà a terra. A quel punto voi dovrete essere quà. OKKEI?  - - Ma come la uccidiamo?La cavalletta si ribellerà e ci ucciderà - disse un'operaia - Non ti preoccupare. Quando atterrerò sulla cavalletta gli darò un forte morzo nella testa. Vedrete che cadrà quasi esanime -.
Martina salì fino in cima al fiore adiacente al filo d'erba dove era la cavalletta e con un'urlo avvertì le operaie - PRONTE???VAIII -. Con un balzo si buttò sulla cavalletta. Martina non riuscì a mordergli la testa ma solo una zampa. La cavalletta cadde dal filo d'erba, le operaie si buttarono addosso all'animale. La cavalletta, muovendosi, uccise numerose formiche. Martina riuscì a raggiungere la parte superiore della cavalletta ma con una zampata venne spazzata via violentemente. Per lei non ci fu più nulla da fare.
Le altre formiche, si trovarono senza una guida, ma ricordando ciò che Martina le aveva detto, cercarono di raggiungere la testa dell'animale, uccidendolo. Dopo averlo fatto a pezzi, lo portarono dentro la colonia. Finito il lavoro, le formiche si riunirono - Martina non ce l'ha fatta - disse un'operaia. - Bianca e Elisa ora non le possiamo disturbare. Dovremmo organizzarci da noi. Chi ha ucciso la cavalletta diventerà la nuova capo operaia- continuò.
Dal fondo, una formica si fece sentire - Sono stata io, io ho morzo la testa a quell'animale, ma non merito di diventare capo operaia perchè là ci sono arrivata per puro caso. Sono caduta nella testa di quell'animale da quell'albero e, non appena mi son resa conto di essere sempre viva, mi son buttata contro l'animale; le operaie avevano bisogno; io tanto  ero là, le ho aiutate, non mi son tirata indietro.Preferirei dare questo mandato a qualche formica che ha lottato e che è sopravvissuta da eroe. Tipo lei che con i suoi morzi ha dato il colpo di grazia alla cavalletta- - Sarebbe un'onore per me - le rispose l'altra formica. - Allora te sarai la nuova capo operaia. Benvenuta Erzilia - dissero in coro le formiche.
Come nuova capo operaia, Erzilia, doveva imparare tutto ma dopo qualche giorno era già esperta.
Nel frattempo Stefano era tornato, aveva visto che il numero delle sue formiche era diminuito sostanzialmente così decise di riportare in casa tutta la colonia. Chiuse il varco di ingresso-uscita, dette miele acqua e zucchero alle sue formiche e successivamente qualche seme di pomodoro.

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venerdì 8 luglio 2011

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L'imperatore delle formiche. Uno strano essere

Stefano, in una calda mattina di Maggio, nel terrazzo, era riuscito a stordire un'ape.
Pensò subito di proporla alle sue formiche. La dette in pasto alla sua colonia.
Martina fiutò che qualcosa di nuovo era arrivato. Si avvicinò al nuovo animale e chiamò le altre operaie - Presto, dobbiamo svolgere un'importante lavoro -. Tutte le operaie si diressero verso l'ape, ma, dopo averla vista, si accorsero che ancora era viva. Martina avvertì tutte  - Attenzione, è molto pericoloso; attacchiamola tutte insieme in gruppo -.
Intanto, qualche formica più precipitosa si era buttata sull'ape e l'ape l'aveva punta, uccidendola.
Martina, dirigendosi con il suo gruppo di operaie, cominciò a fare il conto alla rovescia per il grande colpo al nuovo animale -Tre, due, uno, ATTACCHIAMO -.
Le formiche, in gruppo, morsero l'ape e per essa non ci fu più niente da fare.
Martina provò a mangiarla ma si accorse ben presto che non era di suo gradimento. Così decise di lasciar perdere e di dare il compito alle altre operaie di portare l'ape alla discarica. Dopo il decesso delle operaie più precipitose, le sopravvissute non volevano portare quello strano animale alla discarica a causa della paura. - Voi dovete portare l'ape alla discarica, ormai non farà più  niente a nessuno, è morta -.
Un gruppo di operaie, rassicurate, provarono a prendere il peso animale, non riuscendo però a muoverlo; solo dopo l'aiuto di qualche altra operaia, con molta fatica, riuscirono a muovere l'ape e portarla alla discarica. Stefano, si accorse subito che alle sue formiche non piacevano le api.
Intanto era giunta la stagione calda, Elisa e Bianca cominciarono a mettere le ali e con Gabriele, Giovanni e Mario si accoppiarono, riuscendo a depositare numerose uova per fare nuove operaie. Martina, portando gli ultimi aiuti a Bianca, venne fermata e Bianca le disse - Abbiamo depositato moltissime uova, vedrete che il lavoro per tutte voi diminuirà sicuramente. Ora vado, devo andare, ricorda che per un periodo non ci vedremo. Mi raccomando il nuovo mondo. Lo lascio nelle tue mani -. -Stai tranquilla, se tutte le operaie mi daranno ascolto quando tornerai saremo ancora migliori. Ora va, ti aspettiamo tra qualche tempo; Al tuo ritorno voglio vederti con tantissime piccole pupe, poi il lavoro glielo trovo io -. - Ma come? - disse Bianca; - Dai stavo scherzando - rispose Martina. - Dai ci vediamo tra qualche settimana; ciao Bianca -. - Ciao- rispose Bianca.
Martina tornò al nuovo mondo e, trovando vari chicchi di zucchero in qua e là, cominciò a portarli nel magazzino e vide che era tremendamente pieno. Così ordinò alle altre operaie - Dovremmo adibire un magazzino supplementare. Vicino alla discarica, nel vano 4, c'è molto spazio libero. Da ora in poi tutti i viveri che troveremo dovranno essere sistemati la dentro. Cominciamo dalla parte più lontana rispetto all'ingresso e sistemiamo là tutto - . Al che un'operaia chiese - E gli altri viveri li lasciamo nel vecchio magazzino o vanno spostati? -. - No, quelli lasciamoli lì, da oggi useremo il nuovo magazzino - rispose Martina.

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Se vi siete persi qualche episodio ecco qua tutti i link:
1) Introduzione
2) La colonia
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lunedì 4 luglio 2011

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L'imperatore delle formiche: La colonia

Martina, formica capo operaia. Elisa e Bianca le due regine. Gabriele, Giovanni e Mario i tre maschi.
Stefano aveva preso una grande zolla di terra, dove c'era un formicaio, e l'aveva posizionata dentro al primo contenitore.
Mentre le operaie andavano in un andirivieni, a causa del grande sconvolgimento, Martina, formica capo operaia, aveva trovato un condotto e, attraverso il suo "fiuto" da capo operaia, riuscì a sentire odore di cibo. Intanto, le altre operaie, grazie ai feromoni che Martina aveva lasciato lungo il percorso, si erano dirette verso il nuovo mondo.
Martina aveva trovato un paradiso, un posto incantato, dove c'era tutto il necessario per vivere. Acqua, zucchero, semi grandi e piccoli che le sarebbero serviti quando sarebbero nate ne nuove pupe; un posto dove c'era tutto e con il minimo sforzo tutti sarebbero sopravvissuti.
Un mese dopo tutte le formiche si erano trasferite nella colonia, così, Stefano, decise di togliere il primo recipiente.
Martina fiutò subito la situazione. C'era una parte dove si mangiava, una parte riservata alle regine per depositare le uova, una parte completamente vuota e poi c'era una discarica. Martina, insieme alle sua affidate operaie, cominciò a dividere il cibo che aveva trovato dentro alla colonia, i semi più prelibati li portò nel magazzino, i semi più cattivi direttamente alla discarica.
Stefano, aveva messo un batuffolo di cotone con qualche goccia d'olio per far capire alle formiche che quella era la discarica.
Martina avvertì subito le operaie - Ogni volta che troviamo spazzatura la dobbiamo portare al vano 3. Avete sentito?Là tutta spazzatura. Per quanto riguarda il cibo mettetelo tutto nel magazzino, servirà - .
Le formiche operaie cominciarono a lavorare sodo, nel giro di qualche giorno tutti i semi erano a posto; Stefano, però, sapendo che le formiche non vogliono esser disturbate quasi si era dimenticato di riformire di semi la sua colonia.
Dopo qualche giorno tutto si era assestato, le operaie aiutavano Elisa e Bianca e la colonia era partita alla grande. Stefano rifornì la colonia con nuovi semi e un pò di zucchero e subito le operaie si rimisero a lavoro. I magazzini erano pieni. con l'ultimo carico di cibo tutte le formiche mangiarono e si rifucillarono.
Le operaie, dopo il duro lavoro, dovettero continuare a lavorare per Elisa e Bianca. Martina richiede a tutte le operaie - Dobbiamo pulire la stanza del cibo e della fontana; tutte a lavoro -.
Le formiche partirono, si caricarono nella schiena i semi caduti dalla ciotola ed alla sera, dopo aver lavorato a pieno regime tutto il giorno, si riposarono, mangiarono e si riunirono per una riunione collettiva - Siamo troppo poche ed il lavoro è troppo - disse un'operaia. - Elisa, Bianca, Gabriele, Giovanni, Mario, l'appello è rivolto a voi, la colonia deve diventare più grande c'è bisogno di nuove operaie -.
Elisa e Bianca erano assolutamente d'accordo. - Faremo come dite. Nella stagione calda depositeremo altre uova per fare tante operaie e tanto che ci siamo potremmo covare qualche uovo per fare qualche altra regina - disse Bianca.
Subito, in coro, tutte le formiche operaie si rivolsero a Bianca - No, altre regine no, non ce la facciamo già così, saremmo costrette ad ucciderle; abbiamo bisogno di operaie.- - Faremo come volete - rispose Elisa.

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